Gigi Riva, idolo di Cagliari, è dispiaciuto dell’assenza di Fabio Aru al Giro d’Italia, edizione numero 100
Il Giro d’Italia significa grande evento nazionale. E se una leggenda come Gigi Riva ne parla significa che la corsa in rosa è davvero stupenda. L’ex giocatore della Nazionale è il simbolo del calcio negli anni ’70, vincitore di uno storico scudetto col Cagliari. Per lui il ciclismo non è uno sport, è una vera passione. Tra pochi giorni parte la corsa in rosa proprio nella sua terrà e questo significa molto per i sardi. Il Giro rappresenta una grande vetrina per tutte le regioni d’Italia e questo Gigi Riva lo sa bene: “il Giro in Sardegna può avere una grande importanza, anche se nessuno scopre questa terra oggi – ha dichiarato l’ex giocatore della Nazionale come riportato da La Gazzetta dello Sport -. Da quando è nata la Costa Smeralda e da quando il Cagliari ha vinto lo scudetto, è partita una Sardegna diversa, una Sardegna vincitrice. Può essere una rivincita di una regione che deve sempre inseguire, e nessuno se ne occupa. Posti di lavoro praticamente zero, è triste il futuro della Sardegna”.
La passione per il ciclismo parte da lontano. Riva ha incominciato a innamorarsi del mondo a due ruote grazie alle imprese di Fausto Coppi sia al Giro d’Italia che al Tour de France. “Il mio idolo era Coppi. Quando metteva il naso avanti, non ce n’era più per nessuno, quando partiva entusiasmava e si entusiasmava, e anche atleticamente era bello a vedersi – ha proseguito -. L’ho visto una sola volta con mio padre, e sono rimasto colpito, folgorato. Capisco i ragazzi che chiedono l’autografo ai campioni che amano: qualcuno non riesce a capirli, io sì”.
In questa edizione del Giro d’Italia non ci sarà Fabio Aru. Il Cavaliere dei Quattro Mori si è infortunato al ginocchio sinistro mentre si allenava e per questo motivo non sarà al via. Un vero peccato perchè il ciclista dell’Astana era uno dei favoriti per la vittoria finale. “Peccato che non ci sia Fabio al via, perché è un trascinatore di tutti i sardi, sardi che non hanno mai avuto un professionista di livello – ha concluso – Fabio è uno che vince le gare importanti: la sua scalata mi aveva fatto ripensare alla nostra corsa verso lo scudetto, e ho avuto l’impressione di avere dall’altra parte un ragazzo umile”.