Cessione Milan, verità shock di P. Berlusconi: “Yonghong Li? Silvio non voleva vendere a lui. Mr Bee e il futuro? Vi dico tutto”

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Cessione Milan che fa emergere clamorose novità. Paolo Berlusconi svela: “Yonghong Li? Mio fratello voleva vendere il club a un italiano”

LaPresse/Federico Ferramola
LaPresse/Federico Ferramola

Cessione Milan, la decisione di Berlusconi – “Di certo i giorni dell’intervento al cuore, lo scorso giugno, hanno giocato un ruolo importante. Dopo l’operazione ci ha mandato un videomessaggio in cui diceva che da quel momento avrebbe avuto più tempo per la famiglia. Lì abbiamo capito, e la conferma è arrivata nelle nostre successive riunioni familiari del lunedì ad Arcore, che finivano col suo via libera alla vendita. Detto con una faccia che potete immaginare… Vorrei chiarire che la famiglia non l’ha mai obbligato a fare nulla”, Paolo Berlusconi racconta alla Gazzetta dello Sport alcuni retroscena legati al fratello Silvio, ex presidente del Milan, riguardanti la cessione del club a Yonghong Li.

LaPresse/Piero Cruciatti
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Cessione Milan, che retroscena!Retroscena, come in questo caso, scottanti. “Oggi invece sarebbe immorale usare in funzione di un bene di lusso gli utili di un’azienda che dà lavoro a migliaia di persone. Ecco perché la ragione ha dovuto prevalere sul cuore. Ma in realtà c’è stata anche un’altra cosa che ha addolorato mio fratello: non aver consegnato il club a un imprenditore milanese, o quantomeno italiano. Non si è fatto avanti nessuno ed è un peccato perché in quel caso credo avrebbero potuto esserci delle agevolazioni nell’acquisto. Invece ho sentito dire che sarebbero stati soldi di mio fratello da far rientrare: ridicolo”, ha proseguito Paolo Berlusconi.

LaPresse/Reuters
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Cessione Milan, da Mr Bee a Li e il fondo Elliott – Paolo Berlusconi prosegue: “la prima ipotesi era stata cedere una quota di minoranza, ma evidentemente Mr. Bee era il cavallo sbagliato. Il progetto industriale era valido e interessante, però è mancata l’aggregazione degli investitori. Yonghong Li? Matti che investono centinaia di milioni senza un progetto e senza garanzie non ne ho mai visti. Lasciamo che il tempo faccia giustizia dei timori. Mr. Li ha perso i soci per strada a causa delle restrizioni cinesi. Adesso che ha in mano il Milan potrà muoversi con più di calma e troverà senz’altro dei partner. Ai tifosi dico di stare tranquilli perché la sua, a differenza di Silvio, non è un’operazione di cuore, ma di business. Ed è proprio questa la garanzia. Inoltre mio fratello ha preteso nel contratto garanzie di investimenti cospicui. Ed è una tranquillità anche la presenza di Elliott: se qualcosa andasse storto, il fondo garantirebbe una soluzione. E’ interesse anche loro. Tempi lunghi? I ritardi sono stati una situazione imbarazzante sia per Fininvest, sia per gli acquirenti. Ma ora la strada mi pare segnata: Li ha obblighi di investimento e l’approdo naturale è la quotazione in una Borsa cinese. E’ il punto d’arrivo evidente”, ha concluso il fratello dell’ex presidente del Milan.

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