Nella giornata di domani iniziano i tornei paralimpici di tiro con l’arco: ecco le sensazioni degli azzurri
L’attesa è terminata. Domani il via alle gare di Rio de Janeiro con la Ranking Round: 72 frecce per le divisioni arco olimpico, compound e W1 che determineranno il tabellone degli scontri diretti individuali e a squadre miste. L’Italia è pronta a dire la sua alla XV edizione dei Giochi Paralimpici Estivi e il Responsabile Tecnico della Nazionale Paralimpica Guglielmo Fuchsova ci delinea lo stato di preparazione e le ambizioni con le quali gli azzurri sono arrivati alle gare del Sambodromo. “Veniamo da un quadriennio intenso, con raduni continui organizzati presso la splendida struttura dell’Opera Immacolata Concezione di Padova. Con tutto lo staff tecnico abbiamo posto le basi per arrivare ai Giochi nel miglior modo possibile, dopo aver affrontato diversi impegni internazionali con condizioni climatiche spesso molto difficili. Tutta esperienza che ci farà comodo nelle gare del Sambodromo: siamo pronti a tirare in qualsiasi condizione. L’ultimo appuntamento in Italia è stato il raduno che abbiamo svolto in agosto a Bologna, con tanto di gara la domenica a Castenaso: un ultimo raduno prima della partenza utile per mettere a posto le ultime cose. Ogni atleta ha lavorato sulle proprie esigenze. Per quanto riguarda la gara, non erano importanti i risultati, ma le sensazioni degli atleti durante la competizione. Posso dirmi molto soddisfatto, abbiamo un gruppo forte e motivato, che può ottenere traguardi importanti proseguendo la tradizione vincente dell’Italia. Sono otto edizioni che non torniamo a mani vuote e vogliamo fare altrettanto in questa occasione”.
Se a Londra abbiamo ottenuto un oro e un argento nel ricurvo, a Rio ci sono grandi aspettative per i risultati del compound. “Sappiamo tutti che questa può esserela Paralimpiade di Rolly Simonelli: a parte le qualità tecniche indiscutibili, i suoi risultati internazionali lo mettono tra i migliori. In questo ultimo
periodo poi è migliorato tanto, è riuscito a instaurare un bel rapporto col gruppo e questo lo carica ulteriormente. Non ha lasciato nulla al caso, curando ogni particolare. Speriamo che il suo impegno venga premiato. Anche Eleonora Sarti, campionessa mondiale e atleta in continua ascesa, può puntare in alto, nonostante questa sia la sua prima esperienza alle Paralimpiadi. A mio avviso nel compound misto siamo i più forti: tutto sta a dimostrarlo anche sul campo…”.
E per quanto riguarda il ricurvo? “Siamo competitivi anche in questa divisione. Ci si aspetta sempre molto da un’atleta di esperienza come Elisabetta Mijno, che arriva qui dopo l’argento di Londra. Lei ci tiene a confermarsi e con il lavoro svolto in questi ultimi mesi è migliorata e la considero pronta. Di certo la sua preparazione non è stata aiutata dai pesanti ritmi di lavoro che ha dovuto sostenere a Parma, ma sta ritrovando le sensazioni giuste e si è tolta di dosso qualche titubanza che derivava proprio dall’impossibilità di allenarsi con gli stessi ritmi che aveva potuto sostenere prima di Londra. Ci auguriamo che possano affermarsi anche gli esordienti Roberto Airoldi ed Alessandro Erario. Roberto ed Elisabetta nel misto hanno ottenuto buoni risultati finora e proveranno a ripetersi in questo palcoscenico”.
Un peccato l’impossibilità di disputare il mixed team anche nel W1: “Vero, al fianco all’esperienza di Fabio Azzolini, che si gioca la terza Paralimpiade, potevamo avere Monica Borelli che avrebbe meritato questa chance. Purtroppo quando sembrava tutto pronto non è arrivato il certificato medico e non possiamo averla insieme a noi. È stata davvero dura da accettare: per lei in primis, ma per tutto il gruppo. Proveremo quindi a dedicarle una medaglia per lenire la delusione”.
In compenso il nono pass è arrivato in extremis per Veronica Floreno nel ricurvo, in seguito all’esclusione degli atleti russi a causa dello scandalo doping: “Non gioiamo per la loro assenza, conosciamo gli arcieri russi e siamo certi che non hanno avuto problemi con sostanze dopanti. Ci spiace abbiano pagato per un
fatto che loro non hanno commesso. Per quanto riguarda la gara, inutile negare che senza di la loro abbiamo una montagna in meno da scalare. È un’opportunità
in più per raggiungere il podio, sia nel compound che nel ricurvo misto. Inutile negare che abbiamo accolto con favore l’inclusione di Veronica nel gruppo. Il pass se lo era meritato sul campo: solo un po’ di sfortuna non le aveva permesso di entrare direttamente tra le qualificate, essendo stata la prima delle escluse. Dopo il doppio 4° posto di Londra 2012 Veronica meritava questa seconda chance“.
Cosa devono fare gli azzurri per non tradire le aspettative? “Devono solo mettere in atto quello che sanno fare e le cose verranno da sole. Quando fai un buon lavoro alla fine raggiungi risultati. Siamo arcieri e penseremo solo a tirare bene. Non dimentichiamo naturalmente che sulla linea di tiro ci sono anche gli avversari. L’importante sarà uscire dal campo con la coscienza a posto”.
Si dice che, soprattutto per gli esordienti, le difficoltà stanno nel saper gestire la pressione emotiva e ambientale che porta con sé un evento tanto importante come la Paralimpiade: “Con la psicologa Annalisa Avancini abbiamo preparato nel dettaglio questi aspetti. Abbiamo stilato un programma che serviva
per smaltire il fuso orario e preparare al meglio la squadra a quello che avrebbe trovato a Rio. I ragazzi avevano visto le gare olimpiche e si erano fatti un’idea. Hanno parlato con Lucilla Boari che ci ha dato altre indicazioni durante il raduno di Castenaso. Ora abbiamo anche sondato di persona la linea di tiro rialzata del Sambodromo in questi giorni di allenamento, che temevamo traballasse un po’ creando qualche difficoltà di stabilità, ma la situazione è più che gestibile. Ora la nostra concentrazione è tutta incentrata sulla gara e la cosa importante sarà non farci distrarre o sovrastare da tutto ciò che circonda la competizione. Gli atleti per rendere al meglio devono tirare alla stessa maniera di quando sono in allenamento”.