Quel che resta di un Europeo

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Memorie senza freno di un Europeo con poco calcio e tanto contorno

Cristiano Ronaldo e la falena sui suoi occhi, il fallo non proprio non voluto da monsieur Payet, Eder che spacca la grandeur, i figli d’Islanda dal “geyser sound”, la Francia che questa botta in casa se la ricorderà per sempre, che certe volte è quasi meglio “finire prima”, l’Italia che si unisce e si fa squadra ma che comunque si fregia d’impresa ma non è andata oltre i quarti, in pratica,

LaPresse/Fabio Ferrari
LaPresse/Fabio Ferrari

Conte che se ne va in Inghilterra avendo deciso lui di andarsene ma che in conferenza stampa dice spero sia un arrivederci e non un addio, non siamo stati noi a dirti di prendere i soldi inglesi invece che quelli italiani, caro Antonio, David Guetta che da oggi non venderà più un disco in patria, sperando che sua sorella continui a recitare insieme a Don Matteo, le partite noiose, fisiche, tattiche, mai divertenti, tanto contorno ma ben poco calcio, la serenità di poter dire che non ci sono stati attentati, la tristezza di aver visto tornare al lavoro i teppisti professionisti, il vomito di Pepe per la troppa tensione, la faccia di Del Bosque, il pallone Fracas,

LaPresse/ Fabio Ferrari
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i 123 milioni di euro per Pogba, l’europeo nullo di Pogba, la regola che la palla è rotonda, soprattutto in finale, l’Italia che batte la Spagna, la Germania che batte l’Italia, il Portogallo che batte la Francia, e vince, finalmente, qualcosa.

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