Hagler vs Hearns: quando 3 minuti sembrano non passare mai

SportFair

Quanto durano 3 minuti sul ring?

Niente è lungo come un round di 3 minuti. Niente è paragonabile a un intenso round di pugilato. Se siete curiosi di capire quanto possano essere interminabili 3 minuti della vostra vita, salite su di un ring. E combattete. Ci sono round che possono durare una vita intera. Ci sono riprese che possono rappresentare un’intera vita. Il pugilato è lo sport a cui tutti gli altri sport aspirano: così diceva George Foreman. Pensiamo che questa frase contenga un fondo di verità. In quale altro sport viene rappresentato in pubblico, senza filtri, senza rete, senza censura, l’avvincente e duro spettacolo dell’esistenza umana? La boxe non è metafora della vita, ma vita stessa. Esibita su di un quadrato. In faccia al pubblico pagante. A disposizione di tutti. Una ripresa, una sola ripresa, può portare allo sfinimento, all’esaurimento, alla fine delle proprie risorse: fisiche, tecniche, mentali. Il “tempo” nel pugilato è qualcosa di molto lento. È un “tempo a parte”. Un tempo a parte per la nobile arte. I dilettanti, non a caso, non vanno quasi mai oltre le 3 riprese. Un motivo ci sarà. Oggi non si vedono più incontri disputati sulle 15 riprese. 15 riprese voleva dire guardare spesso in faccia la morte. Ci si può allenare allenare allenare allenare. Non basta mai. Corda, corsa, fiato, sacco. Poi però, quando Sali sul ring, tutto cambia. Tutto si trasforma. Tutto si concentra. E 3 minuti sembrano non passare mai. La boxe è tragedia, nel senso greco del termine. La boxe è l’essenza di tutti gli sport. E un solo round di boxe può portarti con la mente là dove non sei mai stato in vita tua. Per farci capire meglio, prenderemo un incontro di vera boxe come esempio. È il 1985. È il mese di Aprile. Sul ring ci sono Marvin Hagler e Thomas Hearns. Marvin è “Marvelous”. Hearns è “Hitman”. Hagler in pantaloncini blu. Hearns in pantaloncini giallo oro. Tutti si aspettano che Hagler parta piano e lasci a Hearns la facoltà di prendere l’iniziativa. Del resto è Hagler il campione in carica. Ed è Hearns che deve togliergli la corona. Il problema è che Hagler ha “in serbo una sorpresa” per il suo avversario. E appena suona il gong, Marvin si butta all’attacco. Compatto. Solido. Massiccio. Senza alcuna paura. Accorcia la distanza e colpisce con forza Hearns. Hagler è aggressivo. Non concede spazio. Avanza. Continuamente. Poi, dopo un minuto, improvvisamente si sveglia Hearns, che colpisce violentemente Hagler al volto con un paio di colpi micidiali: secchi, precisi, appuntiti. Due scosse che scuotono il campione in carica. Hagler è ferito. È uno shock per tutti. È un inizio match pazzesco. Hearns prende le distanze e grazie al suo allungo colpisce Hagler da lontano, e gira al largo. Siamo a metà ripresa. Un minuto e mezzo. Una persona normale sarebbe già svenuta dalla fatica. Arriva il momento in cui Hagler riprende le forze e mette Hearns all’angolo. E qui gli impartisce una severa lezione. Corpo a corpo. Selvaggio. Corta distanza. Volano potenti saette. Nessuno si risparmia. Non si può. Chi risparmia qualcosa va giù. Adesso. Subito. Qui. Mancano ancora 30 secondi alla fine del primo round. Ma è già successo di tutto. È una fatica tremenda. Senza paragoni. A 10 secondi dalla campana Hearns prende un destro di Hagler che lo fa ballare sulle gambe. Vacilla, Thomas. Ma non crolla. Anzi, ritorna all’attacco. Una serie di suoi colpi pone fine alla prima ripresa di questo memorabile incontro. Un incontro storico. Come finirà lo scoprirete da soli, ne siamo certi. Un incontro così, non si può perdere.

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