Inter, le confessioni di Medel: “il calcio mi ha salvato, avrei fatto il trafficante di droga”

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Medel racconta la sua infanzia turbolenta: “ero sempre per strada con i miei amici, ma circolavano anche brutte persone e droga. Se non avessi sfondato nel calcio avrei fatto il trafficante”

Nella mia vita, fino a un certo punto, ho fatto un sacco di errori. Cazzate. Da piccolo ero un loco, un matto, mi arrampicavo sugli alberi e salivo sui tetti. Una volta sono uscito dal parabrezza della mia macchina lanciata ai 140 all’ora, non avevo la cintura, arrivai all’ospedale e non sentivo più la gamba. E nel quartiere in cui sono nato ho rischiato di buttarmi dentro i traffici di droga: se non ci fosse stata la mia esemplare famiglia, ora non sarei qui. Come sono cambiato? Ho imparato dai miei errori. E avuto fame, voglia, intelligenza”. Benvenuti nel mondo di Gary Medel.

LaPresse/Spada
LaPresse/Spada

Il duttile centrocampista cileno dell’Inter si racconta in un’intervista alla ‘Gazzetta dello Sport’, svelando alcuni tratti della sua gioventù: “Andavo a giocare a calcio ogni santo giorno, ero sempre per strada, mio padre a volte mi prendeva per un orecchio e mi portava a casa. Lì al campo stavo bene perché c’erano i miei amici ma giravano anche persone non perbene e la droga. Bastava una distrazione per prendere la strada sbagliata. Se non avessi sfondato col calcio forse avrei fatto il trafficante”.

Medel, racconta poi un incidente stradale di cui è stato vittima nel 2009: “Erano le sette di mattina ed ero in Cile, tornavo a casa, avevo dormito poco, il sole davanti agli occhi, fra le altre cose avevo fatto l’errore di non avere la cintura allacciata. Mi addormento, perdo il controllo, sto andando ai 140, volo fuori dal parabrezza e quando mi riprendo sono in ospedale. Comincio a capire qualcosa e a un certo punto mi tocco la gamba. Non la sento più. Paura. Poi, come una magia, arriva il mio procuratore a trovarmi e mi dà una pacca su quella gamba. La sento! Un segnale. Cose così ti rendono forti”.

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