Il Giro d’Italia 2016 partirà dall’estero: l’assurdo percorso della competizione “italiana”

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E’ stato reso noto il percorso a cui andrà incontro il Giro d’Italia 2016, partenza dall’estero e ritorno in Patria dopo ben 3 giorni: le assurdità della competizione

La 99^ edizione del Giro d’Italia ha già stabilito il percorso che affronterà. A poche settimane dal termine dell’ultima edizione vinta dallo spagnolo Alberto Contador infatti la Gazzetta dello Sport, testimonial ufficiale del Giro, ha reso noto che la partenza della corsa avverrà dall’Olanda. Dopo il Giro 2015 detto anche “Giro di mezza Italia” per le sue caratteristiche (per così dire) nordiche che hanno del tutto ignorato i paesaggi del Sud Italia, il 2016 vedrà addirittura partire il percorso che i ciclisti affronteranno dal 6 al 29 maggio fuori dal Belpaese. Un Giro d’Italia, insomma, che di questo ha solo il nome. Un Giro d’Italia che non è un Giro d’Italia.

“Grazie” alla deroga concessa dall’Unione Ciclistica Italiana il percorso partirà da Apeldoorn in Olanda. Era successo altre 2 volte che la competizione “italiana” parte dal paese dei tulipani. Il Giro d’Italia era stato infatti nel 2002 a Groeningen e ad Amsterdam nel 2010. E’ inoltre la 12^ volta che il Giro parte dall’estero, ma da 50 anni non accadeva ciò, cioè da quando il tour ciclistico partì con la tappa San Marino-Perugia. Il primo lunedì di gara sarà poi riservato alla giornata di riposo che non sarà poi tale visto che servirà per far arrivare i ciclisti dall’Olanda fino al sud Italia dal quale ripartirà il Giro.

La domanda sorge spontanea. “Come mai accade ciò?”. Uno dei più bei eventi sportivi made in Italy come mai deve subire l’influenza dell’estero? Una competizione storica come il Giro d’Italia perchè non deve rappresentare il Paese che l’ha inventato, voluto, amato e rispettato? La competizione di cui sopra potrebbe esser un degno palcoscenico del nostro Paese nel mondo e al contrario noi la sfruttiamo per mettere in mostra altre mete. “Come mai accadde ciò?”.Forse il discorso “Giro d’Italia” è un discorso ben più ampio che di può appliacare ad una politica (anche sportiva) tutt’altro che Nazionalista, ma al contrario indipendentista e per nulla patriottistica.

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