La tuffatrice italiana migliore di sempre, Tania Cagnotto, parla di sè e del suo prossimo compleanno
Una bella intervista quella che Tania Cagnotto concede per celebrare i suoi trentanni. Venerdì la tuffatrice italiana più grande di tutti i tempi festeggerà, ma intanto racconta ai microfoni di Gazzetta dello Sport il suo attuale stato di forma. Una stagione non patita bene a Rostock, lo stiramento a Dubai, la tallonite e i problemi in Kazan. Tania, figlia d’arte del tuffatore italiano Giorgio Cagnotto, però con il savu affaire che la contraddistingue pare alla vigilia del suo importante compleanno fiduciosa e serena. Con i mondiali alle porte il suo unico obiettivo rimane l’arrivo in ottima forma per l’iridata competizione. Ce la farà? Tania ci crede.
Ecco come racconta la sue vicissitudini sportive. «La stagione era partita molto bene a Rostock, ma poi m’è successo di tutto: ho sbattuto sul trampolino e mi sono fatta male. Può succedere, autoeliminarsi. A Dubai mi sono stirata, per la tallonite sono stata ferma 15 giorni. Anche a Kazan ho avuto problemi di stabilità: non riesco a stare molto in equilibrio perché non appoggio bene la gamba destra: è contratta e condiziona le punte della sinistra. Nella rincorsa è questione di millimetri, a volte mi sbilancio, altre rischio. Sia da sola che nel sincro con Francesca, ma gli allenamenti vanno molto bene. Sto facendo più fatica sul “ritornato”, ma sono ottimista: è meglio che mi capitino adesso i guai fisici che non più avanti, ai Mondiali» – ammette la tuffatrice.
«Se penso che ho 30 anni: devo convivere con certi infortuni, ma adesso verrà tutto in discesa», conferma l’ottimista Tania che comunica l’abbandono ad uno dei tuffi che avrebbe voluto portare al prossimo Mondiale: il salto mortale e mezzo rovesciato con tre avvitamenti e mezzo da 3.5 di coefficiente. «Ho deciso di accantonarlo, non so dove mi avrebbe portato: già l’avevo cominciato tardi: ho poco tempo per provare e riprovare. Ma sono serena sul resto: il nuovo triplo e mezzo avanti con Francesca ce lo pagano bene…, anche questo è positivo: siamo a 2 punti dal podio». «A Kazan la piscina è molto bella, – prosegue – non ho visto nient’altro ma l’impatto mi è piaciuto. Le canadesi sono fortissime, le cinesi non cambiano mai: siamo in 4-5 a lottare per una medaglie: finora è andata bene alle altre».
Accantonando le gare Tania racconta come, da ragazza normale trascorrerà il suo compleanno: «lo festeggio come da tradizione con le mie amiche d’infanzia, Clizia e Valentina: con una bella grigliata». «Dopo due anni diciamo… di pausa, senza stress ma che mi sono goduta tra gioie e medaglie, ora ai Mondiali di Kazan e ai Giochi di Rio 2016, prenderò tutto più seriamente. Mi sento bene» – continua la vincente Cagnotto. «A 30 anni sto lottando contro il logorio fisico e la forza delle canadesi: dovrò stare attenta alla fisioterapia, puntare tutto sulla qualità e l’esperienza, che è tutta dalla mia parte ed è importantissima. All’Olimpiade ho imparato che è una gara a sé e può sempre succedere di tutto: non voglio andare a Rio per il riscatto ma per godermi la mia quinta Olimpiade».
Ricordando le delusioni di Londra 2012 in cui Tania per pochi centesimi arrivò quarta dice: «se è per questo a Londra ci sono giù tornata e sono arrivata ancora quarta. Ma ormai non piango più: ormai la prendo a ridere. Sono uscita da quei momenti, e se parliamo di sfortuna e centesimi, meglio che capiti adesso e non a Kazan». Sull’ex tuffatore papà di Tania poi la stessa aggiunge: «papà aveva bisogno di respirare, e ora due settimane al mese lo supporta Bertone. La collaborazione tecnica funziona bene. Anche in questo senso, mi sento serena».