Il più grande campione della terra rossa al Master 1000 di Montecarlo: Nadal tra ricordi e pensieri

SportFair

Rafa Nadal ai microfoni dei giornalisti tra rammarico e bei ricordi che il Master 1000 di Montecarlo gli ha regalato

Il principe della terra rossa torna a casa. Dopo due anni in cui Rafa Nadal esce sconfitto dal Master 1000 di Montecarlo sarà l’anno buono per diventare per la nona volta il trionfatore del Country Club della costa Azzurra? Il tennista spagnolo dopo le vittorie che l’hanno visto protagonista del torneo, consecutivamente dal 2005 al 2012, si è visto spodestato, infatti, dai rivali DjokovicWawrinka. Come riporta il sito del quotidiano sportivo “Gazzetta dello Sport”, il campione a Montecarlo ha discusso la sua attuale presenza al torneo dicendo: “Amo essere qui a Montecarlo. Mi sono allenato molto bene, ho ancora due giorni per prepararmi al meglio per il primo match, spero di essere pronto“. “E’ già la seconda volta che torno qui non da campione uscente, direi che ormai sono molto abituato” – ha ammesso Rafa ironicamente.

Sono contento di essere tornato sulla terra rossa, – ha continuato – questa è la parte della stagione che preferisco. So bene che devo giocare meglio di quanto ho fatto finora, e farò il massimo per riuscirci. Proverò a farcela, vorrei riuscirci prima possibile. Se non ne fossi intimamente convinto non sarei qui, né avrei potuto raggiungere i grandi risultati della mia carriera. Io so che ho la motivazione e la passione per giocare le partite. E questa è la cosa che più mi spinge a lavorare, e a migliorare. Lo sto facendo, di settimana in settimana, a parte Miami, dove ho chiaramente ho giocato male. Ora che sono di nuovo sulla mia superficie preferita, devo recuperare il mio livello di fiducia e di tennis“.

EFE
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Il più grande campione di sempre della terra rossa ammette modestamente: “Non sono favorito per nessun torneo, sto giocando peggio dei miei rivali. E quindi non ho pressioni. Non sento di dover vincere per forza, devo solo fare meglio di quanto ho fatto finora”. Ai giornalisti che poi gli domandano di una sua possibile vittoria al Roland Garros (che potrebbe essere al decima in undici anni) risponde: “è lontano, non è il momento di parlarne”.

Pensando al presente ammette: “Devo essere più solido, più continuo, non posso giocare bene mezza partita e poi fare quattro errori di fila come a Miami. Devo avere un timing migliore. Ma so anche che tra giocare male e giocare ai miei livelli, non c’è grande differenza. La testa funziona meglio se giochi meglio. E, nello stesso tempo, se sei più calmo e hai più fiducia, diventa più facile giocare meglio. Il tennis è sport di vittorie, chi si ricorda le sconfitte? Infatti parliamo dei miei successi a Parigi, 8 volte su 9, ma non di quando ho perso con Soderling. Parliamo dell’8 su 10 che ho negli ultimi anni a Montecarlo, ma non della prima volta che ci ho giocato nel 2003, e ho perso con Coria, o degli ultimi due anni, quando ho perso con Djokovic e Ferrer. Parliamo del 7 su 10 a Roma, non di quando ho perso subito con Ferrero. Quando perdo non ci sto granché, certo, ma non mi abbatto. Così come non mi esaltavo fino alle stelle quando vincevo così tanto. Cerco di considerare vittorie e sconfitte con distacco. Sono talmente soddisfatto e contento di tutto quanto è capitato che, se perdo, non smetto di essere felice della mia vita“.

“Dieci anni sono lunghi per tutti, ricordo bene il primo titolo qui, e tutto il resto, non è il peso del tempo a crearmi problemi, ma le cose che sono successe in questi anni. Tante cose, belle e brutte. Una cosa devo dirla, anche se mi fa sembrare presuntuoso: i miei risultati sulla terra sono stati eccezionali. Anch’io se tornassi indietro non credo che riuscirei a ripetermi. Ricordiamoci anche gli 81 successi di fila che ho avuto sul rosso” – conclude.

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