La Maratona insegna: casi di (non) comune solidarietà

SportFair

Alla Maratonina di Pistoia può vincere, ma aspetta la sua avversaria colta dai crampi

Una bella storia di sport e di solidarietà per la 28ª edizione della Maratonina di Pistoia. Protagoniste del bellissimo gesto due podiste nere,  la ruandese Claudette Mukasakindi dell’Atletica 2005 e la keniana Ruth Chebitok, dell’Athletic Terni. La prima viene colta da crampi che la costringono a fermarsi poco prima del traguardo. La keniana, fino ad allora seconda potrebbe superarla, ma non lo fa. La scorta fino alla vittoria. Si ferma e aspetta che l’avversaria tagli il traguardo. “È un gesto di grande importanza proprio in virtù dell’aspetto economico“, ha detto Luciano Giovannini, uno degli organizzatori, come riporta la “Gazzetta dello Sport”. “Nel movimento di soldi non ne girano molti, e anche solo un centinaio di euro in più avrebbero potuto fare comodo, invece...”. “Purtroppo non ci siamo resi conto subito di ciò che è avvenuto“, ha precisato con rammarico Giovannini, “sembravano entrambe sofferenti, hanno fatto fatica a salire sul podio, e così non abbiamo assegnato il primo premio ex aequo. Ma farlo a posteriori non avrebbe avuto lo stesso impatto“. Un altro nobile gesto arriva dalla Maratona di Roma dove  il 42enne tassista romano Giorgio Calcaterra, tre volte campione del mondo della 100 km, dopo aver completato i 42,195 km ricomincia il percorso fino raggiungere l’ultimo in gara, Eligio Lomuscio, 70enne di Barletta, che accompagna al traguardo incitandolo. Gesti che insegnano anche al più famoso calcio che non importa vincere e che a volte l’avversario può essere anche il “nostro migliore amico”.

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