Siena, Cosmi: “Non ce l’avevo con l’arbitro”

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“Espulsione? E’ la seconda volta. E’ stato un gesto plateale, c’e’ stato un minuto pazzesco, con il rigore parato e poi l’errore nostro in attacco, potevamo passare dal dramma alla felicita’, e mi sono arrabbiato con Calaio’, arbitri e assistenti lo hanno capito, ma ci sono direttive chiare. Ho lasciato la squadra per 45′ ma si e’ comportata benissimo”. Il tecnico del Siena, Serse Cosmi, espulso ieri nella gara con il Pescara, spiega che non ce l’aveva con l’arbitro ma con un suo giocatore, ma che il suo atteggiamento in panchina non era stato consono. “Ho mille difetti, mi conoscono tutti, ma difficilmente offendo gli arbitri -spiega Cosmi a Radio Anch’Io Sport- ma in alcune fasi di gioco a volte non mi controllo. Comunque, a mio giudizio, a volte non c’e’ equita’ nelle sentenze, perche’ ci sono alcuni tecnici che tornano in campo subito e altri che vengono squalificati, vorrei piu’ equita’ nelle sentenze. Ieri c’era la voglia di soprassedere da parte del quarto uomo, ma non si poteva fare, sono io che mi devo controllare. Normativa sbagliata su chi si toglie la maglia dopo un gol? Il regolamento si deve rispettare, non vedo perche’ ci si debba togliere la maglia dopo un gol, ci sono altri modi per esultare senza andare contro il regolamento”. Il tecnico del toscani parla poi della lotta salvezza, con il Siena che ha azzerato la penalizzazione di sei punti. “In questo momento Siena e Pescara, se si guarda la classifica, si pensa che possano retrocedere, che ci sono squadre in basso che possono fare quattro vittorie consecutive, ma ci sono anche squadre in alto che ne possono perdere quattro e tornare giu’. Secondo me nella lotta per non retrocedere ci cadra’ quest’anno qualche squadra che non ci si aspetta”, sottolinea Cosmi che sprona la sua squadra a continuare sulla stessa strada. “C’era la consapevolezza da parte nostra dell’annata che andavamo a vivere, ora da oggi il nostro campionato sara’ fatto delle stesse motivazioni che abbiamo avuto fino adesso, e’ nostro obbiettivo giocarcela con tutti”. Sulla figura dell’allenatore in campo, il tecnico del Siena, dice: “il concetto e’ molto vago, spesso lo sono quei giocatori che non parlano, che sono silenziosi e che con i loro comportamenti in campo, tecnici e agonistici, sono il vero veicolo comunicativo dell’allenatore. Ma e’ durante la settimana che un allenatore ha bisogno di giocatori che parlano la sua stessa lingua”. 

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