F1 – Ocon grato a Wolff, ma col sogno della Ferrari: “se non fosse intervenuto avrei fritto hamburger, ma la Rossa…”

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Dalla gratitudine a Toto Wolff al sogno Ferrari: a tutto Esteban Ocon

Campioni e campioncini, in F1 il livello dei piloti varia dai più esperti, come Alonso, Hamilton, Vettel e tanti altri, ai meno esperti ma affamati di vittorie, ma soprattutto vogliosi di dimostrare tutto ciò di cui sono capaci e che sono loro il futuro di questo sport.

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Tra questi, non solo Max Verstappen, ma anche il giovane Ocon, più grande dell’olandese di un solo anno, che deve tutto a Toto Wolff, team principal Mercedes, che in lui ha creduto sin dal primo momento, evitandogli una carriera nei fast food: “tra la fine del 2014 e l’inizio del 2015, se non fosse intervenuto Wolff sarei andato a friggere hamburger da McDonald’s. Senza finanziamenti non avevo alcuna chance per continuare a correre“, ha infatti raccontato Ocon in un’intervista a La Gazzetta dello Sport.

Una passione iniziata coi kart: “perché mio padre era un meccanico, bazzicavo l’officina quando metteva in moto le auto. Non è che mi ha comprato il kart. Un giorno ne ho visto uno ci sono saltato dentro, gridando “voglio fare un giro”. E dà lì è partito tutto“.

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Un ragazzo semplice, senza troppi grilli per la testa: “vivo a Ginevra, sono vicino di casa di Grosjean, frequentiamo la stessa palestra. Beh, allenarsi occupa una buona fetta del tempo libero. Ho un amico pugile, 2° nel campionato francese e mi preparo con lui. Faccio due sessioni al giorno e poi con questo ragazzo usciamo a berci una …coca cola, andiamo al cinema o a giocare a bowling. Insomma le cose che fa ogni ragazzo della mia età“, ha raccontato ancora il pilota della Force India, prima di commentare il curioso dato che lo vede, insieme a Vettel e Hamilton, l’unico pilota ad aver terminato tutti i gran premi: “nasce dai tempi in cui correvo in F.3 quando il mio ingegnere mi diceva sempre di arrivare in fondo, di pensare alla classifica. “Se non puoi vincere, punta al 2° posto”, mi ripeteva. Un insegnamento che ho ricevuto in Prema e ora applico in F.1. In Prema ho imparato anche l’umiltà, dire sempre la verità. Anche perché con la telemetria non puoi accampare scuse.

Impossibile poi non commentare quanto accaduto con Perez a Baku: “resto convinto che a Montreal il podio fosse possibile, la squadra e Checo hanno fatto scelte differenti (il messicano non gli ha dato strada e il team non ha insistito nell’ordine di scuderia al messicano; n.d.r.). Non c’è problema. A Baku siamo stati duri in pista, la squadra ci ha richiamato, pregandoci di fare più attenzione e di evitare in futuro cose del genere. Ma tra di noi c’è molto rispetto”.

Ocon ha poi ammesso di aver un po’ sperato di poter essere il sostituto di Nico Rosberg dopo l’annuncio del suo ritiro lo scorso anno: “beh, faccio parte del programma Mercedes junior, ma per ora sto bene in Force India. Sono ancora giovane“.

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Mentre sui suoi idoli e la squadra dei suoi sogni ha aggiunto: “il mio è stato Michael Schumacher. Avevo il casco coi suoi colori e la tuta tutta rossa. La Ferrari è qualcosa di speciale per me, a fine 2014 avevo fatto un test a Fiorano e lo ricordo ancora come un sogno. E di sicuro un giorno voglio guidare quella macchina“.

 

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