Fra rabbia e lacrime, l’appello di Marta scuote le coscienze: “ragazze, piangete ora per sorridere alla fine. Il Brasile dipende da voi”

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Brasile eliminato dalla Francia agli ottavi di finale dei Mondiali di calcio femminile. Dopo l’ennesimo passo falso dei verde-oro, Marta si presenta davanti alle telecamere per un appello che scuote le coscienze

La 10 sulle spalle, il verde e l’oro sulla maglia. Bastano questi 3 elementi per rievocare i grandi nomi del calcio brasiliano. Da Pelè a Zico, da Ronaldinho a Neymar, la storia del calcio brasiliano è piena di straordinari talenti che hanno associato il loro nome al fatidico numero 10, quello che nel calcio è sinonimo di talento, del miglior giocatore, del fenomeno che decide le partite.

AFP/LaPresse

Anche il Brasile femminile ha la sua numero 10, si chiama Marta Vieira da Silva e non ha niente da invidiare ai colleghi maschi. Talento da vendere, carisma e personalità dentro e fuori dal campo: rossetto e scarpini senza marca, ma con il logo per favorire l’uguaglianza di genere, ambasciatrice per i diritti delle donne, 5 Fifa World Player, 1 Best Fifa Women’s Player, 1 Pallone d’Oro del Mondiale.

AFP/LaPresse

Nei Mondiali di calcio femminile in Francia si è tolta la soddisfazione di superare il record di gol di Klose diventando la giocatrice, fra uomini e donne, ad aver segnato più gol in un Mondiale. Il suo Brasile però, si è fermato nuovamente agli ottavi di finale: ennesimo fallimento di una squadra talentuosa ma mai andata oltre il secondo posto del 2007, ad oggi l’unico risultato degno di nota delle ragazze verde-oro. Al termine della gara, Marta si è presentata davanti alla telecamere, trattenendo a stento le lacrime, per lanciare un messaggio alle ragazze brasiliane (e non solo) ed invogliarle a giocare a calcio, aiutando a migliorare il movimento calcistico femminile

È così da sempre, dobbiamo prima piangere per poi sorridere alla fine. È così: ottieni di più, se ti importa di più, preparati a giocare 90 minuti e altri 30 minuti e quanti ne serviranno (i supplementari, ndr). Questo è quello che chiedo alle ragazze: non ci sarà una Formiga per sempre, una Marta, una Cristiane. Il calcio femminile ha bisogno di te sopravvivere. Lo dico ancora una volta: piangi all’inizio per sorridere alla fine“.

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