Componentistica auto, l’Italia svetta nell’export: una occasione preziosa da non sprecare

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La componentistica auto è un settore chiave dell’economia italiana che vanta oltre 2.200 imprese per un fatturato di 46,5 miliardi di euro

Nel 2018, l’export  della  filiera  dei  componenti  per  autoveicoli  ha  raggiunto  22,4  miliardi  di  Euro,  con  una  crescita  del 5% rispetto al 2017.  Nello  stesso  periodo,  si  registra  anche  un  incremento,  seppure  lieve,  delle importazioni della  componentistica  (+0,5%),  per  un  valore  di  15,6  miliardi di  Euro,  portando così la bilancia commerciale a un saldo positivo di circa 6,8 miliardi di euro, con un incremento del 17% rispetto al 2017. L’andamento   positivo   delle esportazioni   è stato costante nel   corso   dell’anno,   crescendo  dell’8%  nel  1° trimestre  2018,  del  7,6%  nel  2°,  rallentando  però  nel  3°trimestre,  con  una  crescita  dell’1,6%,  e  nel  4° trimestre,  con  una  crescita  tendenziale  del 2,7%.Nel 2018, le esportazioni complessive di beni dell’Italia risultano in crescita del 3% (dati grezzi in valore) rispetto all’anno precedente, così come le importazioni, che registrano un incremento del 5,4%.

I dati snocciolati dall’ANFIA (Associazione Italiana Filiera industria automobilistica) devono fare riflettere e offire uno spunto per ottimizzare queste risorse. D’altra  parte,  tutta l’ industria  automotive sta  attraversando  una  fase  di  grandi trasformazioni, spinta soprattutto dalle politiche comunitarie per l’abbattimento delle emissioni,  che  hanno  imposto  una  rapida  virata  verso  l’elettrificazione dei  veicoli,  la quale  richiede,  per  molte  aziende,  una  riconversione  produttiva  e  quindi  ingenti  investimenti. Lo scenario internazionale, inoltre, è in questo momento caratterizzato da   molti   fattori   di   incertezza, dai   cambiamenti   nella   politica   commerciale statunitense al rallentamento dell’economia cinese, per citarne un paio. Fino ad oggi, la  componentistica  italiana ha sempre dimostrato  di  saper  stare   al  passo  con  l’ evoluzione   globale   del   settore    –   anche   grazie   alla   sua   elevata   propensione all’ innovazione di  prodotto  e  di  processo e  alla  capacità  di  rispondere in  maniera flessibile  alla  domanda  –  e  ha,  quindi,  tutte  le  carte  in  regola  per  affrontare  queste ulteriori sfide, continuando ad investire in ricerca e sviluppo nelle nuove tecnologie. Risulta  comunque  indispensabile,  in  questo  percorso  verso  la  mobilità  del  futuro, il  supporto  di una  politica  industriale che  accompagni  le  imprese salvaguardandone i   livelli   occupazionali e incoraggiando   l’ adeguamento   delle   competenze  del  personale,  attraverso  il  sostegno  alla  formazione.

Occorre ,  infine,favorire l’ aggregazione  e  la crescita  dimensionale  delle  PMI,  anche mettendo  a  disposizione strumenti  finanziari  che  ne sostengano  i  piani di crescita,  la solidità patrimoniale e gli investimenti”. La componentistica automotive è un comparto chiave dell’economia italiana, che conta circa  2.200  imprese  sul  territorio,  per  un  fatturato  di  46,5 miliardi  di  Euro  e  156.000 addetti  diretti  (compresi  gli  operatori  del  ramo  della  subfornitura).  Inoltre,  mentre  la  bilancia  commerciale  dell’intero  settore  automotive  italiano  ha  un  saldo  negativo, guardando alla sola componentistica il saldo è positivo da oltre 20 anni – il  valore medio dell’avanzo commerciale degli ultimi 10 anni è stato di 6,5 miliardi di euro.

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