Reddito di cittadinanza per gli arbitri, Nicchi lancia la proposta: “è un’ipotesi che stiamo valutando”

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Il presidente dell’AIA ha parlato della possibilità di attribuire un reddito di cittadinanza nei confronti degli arbitri

Stiamo pensando al reddito di cittadinanza arbitrale. Abbiamo dei professionisti che per arbitrare in A ed in B lasciano il lavoro. E che quando finisce l’attività si ritrovano senza niente, ad una età avanzata“.

Tano Pecoraro/LaPresse

Così il presidente dell’Aia, l’Associazione italiana arbitri, Marcello Nicchi, ospite di ‘Radio anch’io Sport’ su Rai Radio1. “Non escludiamo neanche di creare un fondo di solidarietà della durata di uno-due d’anni, per dargli la possibilità in questo lasso di tempo di ricrearsi una vita, un lavoro“. Il discorso poi si sposta sul VAR: “stiamo lavorando per creare questo centro Var a Coverciano perché innanzitutto si risparmiano risorse, ma anche perché gli arbitri che fanno il Var saranno a loro agio a casa loro, a Coverciano. Inoltre vogliamo mettere gli operatori e gli arbitri in condizione di avere sempre meno pressione e fare il lavoro con tranquillità. Bisogna continuare a inculcare nella testa degli sportivi il fatto che la tecnologia è un supporto, non l’arbitro. Bisogna stare attenti, nel nostro paese sono nati i moviolisti della Var, che spesso fanno danni. Quando sento dire ‘manca un rigore, un giallo, l’arbitro doveva’: il campo è un’altra cosa“. (Int/AdnKronos)

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