Super Bowl 2018 – Nick Foles come Rocky Balboa, Philadelphia in paradiso da underdog: la rivincita di una città

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I Philadelphia Eagles si aggiudicano la finale del Super Bowl 2018, la prima della loro storia: una rivincita sociale e sportiva in stile Rocky Balboa

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Maschere da cani sugli spalti e in conferenza stampa: “se dobbiamo recitare il ruolo di underdog facciamolo fino in fondo”. Questa la filosofia dei Philadelphia Eagles che hanno approcciato da sfavoriti la 52ª finale del Super Bowl contro la corazzata Patriots. Ma se c’è una possibilità in cui i concetti di ‘favorito’ e ‘sfavorito’ perdano di significato è in finale NFL. Ieri notte infatti, l’U.S. Bank Stadium di Minneapolis ha assistito ad una piccola impresa firmata Eagles: 33-41 il punteggio finale grazie al quale le Aquile hanno vinto il primo titolo della loro storia nell’era Super Bowl. Ma non chiamatelo miracolo.

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Quello dei campioni della National Football League è un successo meritato fino in fondo e costruito fin dai primi minuti. Sempre in vantaggio fin da inizio partita, cortesia di qualche errore di troppo al calcio di Gostkowski nel primo tempo, la vittoria è passata dalle mani del 29enne Nick Foles, quarterback di riserva che ha trascinato i suoi per tutti i playoff sostituendo Carson Wentz, titolare fin quando il crociato non ha fatto crack. Per Foles una storia d a sogno, conclusa con una partita da incorniciare (373 yard, 28/43 3 Td 1 int) che gli è valsa il titolo MVP, davanti ad un fenomenale Tom Brady da (505 yard 28/48 3 TD). Nessuno con 500 yard e 3TD aveva mai perso una partita di football prima di ieri notte. Il quarterback dei Patriots ha provato a guidare l’ennesima rimonta, come accaduto lo scorso anno, ma proprio un sack ai suoi danni nel finale, ha regalato il possesso agli Eagles che hanno trasformato con Elliott il calcio del 33-41 definitivo.

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Per Philadelphia è una vittoria che sa di riscatto sociale per una città che al fianco della parola ‘primato’ ha sempre visto il termine ‘negativo’: è la prima per percentuale di crimini, è al top nelle classifiche legate a povertà e numero di morti per overdose nel 2017 (1200 casi), è fra le più pericolose negli USA con un alto tasso di omicidi. Serviva un successo sportivo per dare gioia e speranza ad una popolazione di lavoratori, ruvidi ma passionali, abituati ad anni di carestia sportiva. Incredibile in questo senso la parabola dei Sixers in NBA: campioni del calibro di Chamberlain, Julius ‘Dr J’ Erving, Charles Barkley e Allen Iverson portarono a casa solo due anelli, uno nel 1967 e uno nel 1983, ultimo successo sportivo per la città.

Da venerare era rimasta solo la statua di Rocky Balboa, famosa quasi quanto la ‘Liberty Bell’ ma fittizia, legata allo sport cinematografico. Incredibile come rappresenti però la figura dell’underdog per eccellenza. Da oggi al suo fianco ci sarà la statua ideale di Nick Foles: da riserva a MVP della finale, un quarterback in grado di battere il G.O.A.T Tom Brady e firmare una storica impresa, da underdog. Come Rocky.

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