Ciclismo – Scandalo Doping, il caso Altopack si arricchisce di nuovi inquietanti scenari: ecco le ultime

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Lo scandalo doping che dell’Altopack, squadra dilettante di matrice italiana, si arricchisce di nuove inquietanti notizie

DopingIl caso doping riguardante l’Altopack, squadra dilettante italiana, è ancora pieno di misteri e di colpi di scena. Nei giorni scorsi sono stati arresti vari membri del team (manager, direttori sportivi, farmacisti e vari membri dello staff tecnico) con l’accusa di doping. Il GIP di Lucca ha aperto un fascicolo di 114 pagine che ha certificato l’ottimo lavoro della Procura in merito a questo delicato caso. Tra le intercettazioni telefoniche sono state ascoltate centinaia di registrazioni tra i dirigenti dell’Altopack e i genitori di Luca Franceschi, il presidente della squadra. Queste sono alcune frasi pubblicate questa mattina dalla Gazzetta dello Sport tra il direttore sportivo Del Nista e il Franceschi: 

lui contava tutto su questa corsa… (aveva detto) “ci sono tutti li sponsor di Lucca, son tutti a Viareggio e io ci voglio fare una bella figura… Gli ha messo una pressione addosso che i ragazzi non sanno quello che fare. È attivo nel gestire la squadra e nel reperire le sostanze dopanti sul mercato illecito, nonché nel decidere, istigare e organizzare le attività di somministrazione”.

Luca Franceschi in passato ha spronato il polacco Gracjan Szelag all’uso doping. Il presidente della squadra ha tirato in ballo anche Rumsas (atleta risultato positivo all’EPO). Ecco cosa ha dichiarato il proprietario dell’Altopack:

“se vuoi andare forte te lo dico, se no fai come ti pare. Fai la vita, fai tutto.. però bisogna che tu… per dire domenica corri e domenica sera senza dire nulla vieni su… fanno ventimila (unità di Epo, ndr). Se vuoi andare forte te lo dico, se no fai come ti pare… quando… hai visto Rumsas, in venti giorni ha sistemato la stagione (gli inquirenti annotano: si riferisce al fatto che nell’ultimo mese ha ottenuto ottimi risultati mai raggiunti prima, come la vittoria nella Freccia dei Vini). Bisogna che tu la sistemi anche te”.

Gracjan Szelag all’inizio era contrario a questo uso e ne ha parlato ai compagni (solo che poi ha ceduto e ha usufruito di queste sostanze dopanti):

“mi hanno proposto…. di fare… della roba, ma non voglio. Roba seria. Ho detto no, non voglio”.

Ci sono stati molti i dialoghi tra il padre del presidente dell’Altopack, Narciso Franceschi, e la moglie Maria Luisa nella villetta dove si svolgevano i trattamenti fini all’uso di doping. Ecco cosa hanno dichiarato:

Luisa: “l’hai già presa la roba per i corridori?”.
Il marito: “sì”.
Luisa: “allora loro aspettano, te arrivi, vengo giù a prendere la roba. Ci devo mettere quindici di acqua e metà boccettina di quello, non la mettere tutta. Tutta ti fa male, ti brucia il rene. Ho levato l’ago. Bisogna comprare anche il deflussore?, Prendi farfalline al 23. P…, è uscito il sangue“.

Scioccante è l’intercettazione tra il padre di un ex corridore della Altopack e il farmacista Bianchi sulla compravendita di alcune fiale contenenti delle sostanze dopanti:

Padre del corridore: “pronto Andrea, sono Mauro, il papà di… il corridore. Ti domandavo se era possibile avere qualcosa perché…”.
Il farmacista: “quello lassù vuole venti euro a fiala… per te ci avevo pensato, te vai tranquillo che domani ci dovrei avere tutto”.

Nell’occhio del ciclone potrebbe esser finito anche Rafal Majka, scalatore della Bora Hansgrohe. Andrea Del Nista, ds dell’Altopack avrebbe dato al polacco del testosterone preso in delle fiale. Ecco le frasi che sono state scritte nei verbali della Procura di Lucca:

“Del Nista prosegue dicendo che quando Majka era allenato da Frediani assumeva il testosterone e poi gettava le fiale nel giardino del confinante Tomei… Del Nista dice che Majka è cambiato nella mandibola proprio perché facendo testosterone e Gh la mandibola diventa più quadrata”.

 

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