Ciclismo, Gianni Bugno tuona sulla riduzione dei ciclisti nelle corse: “sicurezza non vuol dire mettere venti corridori in meno in gruppo”

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Gianni Bugno, presidente del sindacato mondiale tuona contro la riduzione dei corridori che porterà vari ciclisti a perdere il posto di lavoro

David Lappartient La prossima stagione nelle corse corse principali non ci sarà una squadra che correrà. L’UCI ha imposto la regola di togliere un corridore per ogni team sia nei grandi giri (passando da ciclisti 9 a 8) che nelle corse in linea (passando da 8 a 7). Questa è la prima decisione da parte del neo presidente David Lappartient per dare maggiore sicurezza nelle strade e più spettacolo. A fare le spese sono stati 24 corridori che hanno perso il posto in squadra e non sono riusciti a trovare ancora un team.  Il mercato è ancora aperto e qualche corridore ha la possibilità di trovare una squadra, anche se molti team stanno presentando i roster per la prossima stagione. La Trek Segafredo per esempio sta trattando qualche ciclista e su questo tema, Luca Guercilena manager della squadra americana, ha dichiarato alla Gazzetta dello Sport:

“una scelta fatta in relazione all’esperienza di quest’anno. Spesso dobbiamo dividerci su tre fronti, tra World Tour e altre competizioni in Italia, Stati Uniti e Belgio. Se capitano infortuni seri, sei subito corto. Poi, abbiamo diversi giovani e dobbiamo dare loro la possibilità di non spremersi eccessivamente con troppi giorni di gara”.

Se alla Trek Segafredo manager e direttori sportivi stanno cercando qualche altro innesto, la BMC e  la Movistar hanno ridotto il roster passando da 29 a 24 atleti. Sulla riduzione dei corridori Rolf Aldag, manager della Dimension Data, è assolutamente d’accordo:

“avremmo voluto ridurre ulteriormente, ma diventa sempre più complicato ottenere i visti in tempo per andare alle corse, noi abbiamo diversi atleti africani e dobbiamo mettere il conto la possibilità di essere costretti a rimpiazzarli in caso di ritardi burocratici. È triste, il mondo sta chiudendo sempre di più le proprie porte”.

Chi invece è totalmente in disaccordo è Gianni Bugno, presidente del sindacato mondiale (Cpa) che ha tuonato:

“abbiamo perso tanti posti di lavoro: corridori, massaggiatori, meccanici. Se mi dicono che non ci sono 993 professionisti di alto livello, rispondo che possiamo parlarne. Ma non mi dicano che riducendo il numero dei corridori si riduce la sicurezza e si fa più spettacolo. Sicurezza non vuol dire mettere venti corridori in meno in gruppo: è stato fatto un accordo con le squadre che va bene per gli organizzatori, non a noi. E nel Ccp (consiglio del ciclismo professionistico, ndr) si vota a maggioranza, il sindacato dei corridori ha un voto contro quello di tutti gli altri. Questa decisione è stata approvata subito, e i freni a disco invece? È da tre anni che ne discutiamo, e quelli sì aumentano la sicurezza, ma non abbiamo ancora risolto nulla”

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