MotoGp, a tutto Dovizioso: “quanto è difficile essere Valentino Rossi. Iannone? Ho avvertito un certo sollievo in Ducati…”

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Intervistato dalla Gazzetta dello Sport, Andrea Dovizioso ha parlato di tutto, da Valentino Rossi fino a Tony Cairoli

La leadership del Mondiale in coabitazione con Marc Marquez e una voglia matta di vincere il primo titolo iridato. Andrea Dovizioso sa che questo può essere l’anno buono e non lo nasconde, raccontando tutti i suoi segreti nel corso di un’intervista alla Gazzetta dello Sport. L’ultima gara di Misano non è andata come avrebbe voluto, ma il calore dei tifosi ha alleviato la delusione per il terzo posto ottenuto domenica.

LaPresse/PA

“Le gare italiane sono impegnative in generale. Quest’anno, poi, arrivandoci da primo nel Mondiale e con la frattura di Valentino, ho ricevuto molto, molto più supporto dai tifosi. Ma non è possibile assecondare tutti, gestire la cosa è stato pesante, i tifosi italiani sono belli pressanti, sanguigni. Mai avuto tanto tifo. Non centra la pressione, quella la gestisco sempre bene, ma gli occhi su di te, la gente che ti vuole in ogni minuto. E, anche se io sono ancora molto lontano da quello che vive lui abitualmente, capisco quanto sia difficile essere Valentino Rossi in tutto quello che fa. E capisco come sia stato obbligato a isolarsi.

LaPresse/Alessandro La Rocca

Devi creare uno scudo se vuoi sopravvivere, perché se non hai i tuoi spazi e tempi per fare quello che ti serve per rendere al massimo livello, alla fine vieni spremuto e devi smettere. Il prosieguo del Mondiale? Meno gare resteranno e più la pressione verrà fuori e arriveranno i momenti in cui dover rischiare tanto per non perdere punti nei confronti di Marquez e Viñales. Si parla solo di me e Marc ultimamente, ma Maverick è vicinissimo e molto pericoloso. Essere primo è una situazione nuova per me, almeno in MotoGP. Ma già dopo Assen ero in testa e l’ho vissuta molto bene. Sono tanti anni che corro in MotoGP, la gente si ricorda solo questo, ma in tutti i campionati in cui ho corso ho lottato per vincere, e ora che sono in questa situazione mi trovo più che mai a mio agio“.

Bondi Marzio

Provare a vincere in sella alla Ducati è molto diverso che farlo su un’altra moto, poi da italiano sarebbe ancora più bello: “ecco, la vera differenza è proprio lottare guidando una Ducati. Arrivare a questo livello è difficilissimo, farlo con la Ducati è diverso da tutto: per la moto, che non è come le altre, e perché il contesto tutto italiano è qualcosa di pazzesco, bellissimo, un valore aggiunto enorme. Questo è il quinto anno in Ducati, la moto la conosco bene, è cambiata, ma il dna è rimasto. Io sono sempre stato un pilota da gara e quest’anno la gara mi viene facile. Il momento più stressante è il turno del sabato mattina, entrare tra i 10 che si giocano la pole.

LaPresse/Alessandro La Rocca

In MotoGP ci sono tantissimi piloti forti, le moto sono vicine come prestazioni, le gomme ti obbligano a guidare in un certo modo: a volte siamo in 10 in mezzo secondo, un niente. La delusione dopo il terzo posto di Misano? Forse li ho abituati troppo bene! Se finisci la gara in calando c’è sempre un effetto psicologico, ma io per 20 giri ho sempre guidato troppo vicino all’errore e Petrucci alla fine non è riuscito a contrastare Marquez, che con un’azione di forza si è preso un rischio pazzesco. Capisco la delusione, ma io ero arrabbiato perché prima del via ero convinto di essere nella situazione giusta per vincere un’altra gara, e invece non ero a posto per provarci“.

LaPresse/Alessandro La Rocca

Eppure al posto di Dovizioso avrebbe potuto esserci Iannone: “per me sarebbe stato come interrompere un matrimonio a metà, una gran delusione. Però tutto questo ti fa capire che anche le cose che sembrano impossibili, in realtà non lo sono, che se lavori e lavori si può arrivare al risultato. Avessi cambiato moto, magari sarebbe venuto anche a me il dubbio che non avrei potuto farcela. Guardando le facce degli uomini intorno a me, ho percepito il sollievo per aver scelto me, ma gli italiani sono troppo orgogliosi per ammetterlo. Lorenzo? Lui si fa gli affari suoi. C’è tanta attenzione su di lui, ma non mi interessa.

LaPresse/Alessandro La Rocca

È normale che in Ducati lo abbiano voluto per vincere e crescere, ma io so cosa serve a me, non ho mai dato importanza alla loro strategia, ho lavorato sui miei aspetti. Meno attenzione nei miei confronti? Era possibile, ma non ci ho mai creduto. Prima, anche per il mio stile di vita, ero invisibile a tutti, tifosi, giornali, televisioni. Nonostante l’arrivo di Lorenzo, non mi sarei mai aspettato che iniziasse a vincere subito. Ed è stata anche la dimostrazione che nel 2016 io e Iannone avevamo fatto risultati molto buoni. L’arrivo di Jorge semmai è stato un vantaggio, perché ha confermato quel che noi pensavamo e dicevamo prima. Io ero consapevole di certi limiti e Jorge li ha confermati, ha chiarito le idee agli ingegneri, non ha mai chiesto cose diverse. Ed è un stato un vantaggio enorme».

 

 

 

 

 

LaPresse/ Marco Alpozzi

Il sogno nel cassetto è uno solo, colorato anch’esso di rosso: “mi piacerebbe guidare la FerrariCairoli? Grande Tonino. Ma ne vogliamo parlare un po’ di più? In Italia il cross non esiste, purtroppo. E non sapete quanto questo mi faccia incazzare. I titoli sui giornali? Litighiamo spesso. Dovete essere più buoni. Con tutti“.

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