F1 – Nostalgia Ferrari per Tombazis, l’ex progettista svela: “vi dico chi vincerà il Mondiale”

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Intervistato dalla Gazzetta dello Sport, Nicholas Tombazis ha analizzato le caratteristiche della nuova Ferrari, parlando anche dei suoi tempi a Maranello

Il countdown è terminato, inizia oggi il lungo week-end che ci condurrà al Gp di Russia, quarto appuntamento del Mondiale di Formula 1 in programma domenica sul circuito di Sochi. Una gara importante sia per la Ferrari che per la Mercedes, chiamata a riscattare la brutta prestazione del Bahrain, dove Sebastian Vettel è riuscito piuttosto agevolmente a portare a casa la sua seconda vittoria in stagione. Sui progressi della Ferrari è intervenuto l’ex progettista di Maranello Nicholas Tombazis, il quale ha spiegato quali evoluzioni ha subito la Rossa per essere così performante.

LaPresse/Photo4
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La Ferrari quest’anno ha fatto passi importanti nei tre settori, aerodinamica, meccanica e motore, anche se non ha ancora raggiunto del tutto la Mercedes” le parole dell’ex progettista ai microfoni della Gazzetta dello Sport. “Quest’ultima ha perso due corse per errori di strategia. Ma il fatto che una scuderia come la Mercedes sbagli strategia è segno della pressione che sta subendo dalla Ferrari. Dopo tre anni di dominio, non è più abituata alla lotta ravvicinata. I tre top team hanno sinora ottenuto prestazioni al di sotto delle attese, sinora il distacco è rimasto simile se non inferiore a quello del 2016. Per questo sono convinto che il Mondiale sia apertissimo e che se lo aggiudicherà chi saprà sviluppare la macchina più velocemente degli altri. La Red Bull? Ha scelto una filosofia di macchina completamente differente che sinora non ha ancora pagato, ma ha del potenziale. No, non si tratta solo di una questione di power unit, anche perché pare che abbiano avuto dei problemi di correlazione. Ma proprio perché è un progetto semplice, la Red Bull è la macchina con più ampi margini di miglioramento“.

LaPresse/Photo4
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Tornando poi della Ferrari, Tombazis sottolinea: “l’organizzazione Ferrari è molto intelligente, ci sono persone che probabilmente hanno più libertà di esprimersi. La torta delle responsabilità ha più fette, seppure più piccole. A questo poi va aggiunta la crescita professionale di chi lavora a Maranello ormai da anni. Sinceramente non credo a “scuole inglesi” o “scuole italiane”, credo a brave persone che possono lavorare bene insieme. Binotto? E’ preparato, valido anche nel campo dell’organizzazione. La scelta di porlo a capo tecnico del team è stata sorprendente ma col senno di poi azzeccata.

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Perchè non abbiamo vinto dal 2009 in poi? Semplicemente non abbiamo mai avuto l’auto migliore e questo è conseguenza di quello che accadde quell’anno perché da allora abbiamo iniziato a pensare solo a progetti a breve periodo. Così la realizzazione della vettura per l’anno successivo partiva sempre in ritardo rispetto alla concorrenza e dovevamo fare i conti con una galleria del vento da aggiornare, cosa che ci avrebbe però fatto perdere sei mesi e di conseguenza sempre rinviata. Una situazione che si è risolta solo nel 2013. Da qui i distacchi subìti da Red Bull prima e Mercedes poi. Ripenso ai miei tempi in Ferrari con nostalgia perché ho vissuto una esperienza bellissima, anche se forse nell’ultimo periodo la mia fetta di torta di responsabilità era troppo grande. Con la struttura rivista di oggi avrei potuto contribuire meglio, anche se nei tempi non lo avevo percepito“.

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