Tragedia Chapecoense – Nello stadio deserto, la tristezza di un piccolo tifoso fa commuovere il mondo

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Dopo aver appreso della tragedia che ha colpito la Chapecoense, un piccolo tifoso è rimasto in silenzio a capo chino seduto sugli spalti dello stadio a ricordare i suoi idoli

LaPresse/Xinhua
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Ieri notte un volo charter, come tanti, è partito da Santa Cruz de la Sierra in Bolivia con a bordo i giocatori della Chapecoense diretti in Colombia: testa all’Atletico Nacional, in ballo la Finale di Copa Sudamericana. La piccola squadra brasiliana, in viaggio verso la storica finale, non arriverà mai a destinazione. L’aereo, per un motivo non ben precisato, si è schiantato contro le montagne a sud di Medellin. Il destino si è portato via un sogno. Dei ragazzi che hanno messo in campo sangue, sudore e lacrime per arrivare fino lì, sono stati strappati via, da un destino beffardo, ad un passo da un finale storica, indipendentemente da come sarebbe andata a finire. Il Brasile intero è rimasto sconvolto dall’accaduto. Tristezza e sconforto sono piombati nelle vite di familiari e amici delle vittime, come in tutti i tifosi della squadra brasiliana.

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Una foto in particolare ha commosso il mondo intero: questo pomeriggio, un piccolo tifoso della Chapecoense, con la maglietta della squadra addosso, si è seduto da solo nello stadio della squadra, l’Arena Condà. La struttura era deserta, l’atmosfera era ben diversa da quella della torcida della domenica: un silenzio assordante rendeva il clima surreale. Il vuoto dentro e fuori, lui assorto in chissà quali domande un ragazzino della sua età possa farsi per spiegare in maniera logica una simile e improvvisa tragedia. Il bimbo è rimasto lì, braccia conserte e capo chino. Un piccolo omaggio, una piccola preghiera, l’ultimo saluto ai suoi idoli, che da ieri notte rivivranno solo nei suoi ricordi.

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