Cara Fede ti scrivo: sei il grande orgoglio italiano, sempre a testa alta

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Cara Fede ti scrivo….non ti curar di loro. Grazie lo stesso per le grandi emozioni che ci hai regalato

Una campionessa, una atleta, ma soprattutto una persona. E’ facile criticare, è più difficile invece immedesimarsi negli altri e capire quanto una delusione del genere possa far male. Federica Pellegrini non è riuscita a salire sul podio, nella notte italiana, della gara dei 200 sl femminili alle Olimpiadi di Rio 2016. Federica Pellegrini però a 28 anni riesce ancora a farci sentire vivi, adrenalinici, pronti a svegliarci nel cuore della notte per assistere ad una sua gara. Federica non ce l’ha fatta. Visibile la delusione nei suoi occhi, tanta quella nei nostri.

LaPresse/Alfredo Falcone
LaPresse/Alfredo Falcone

Federica non ce l’ha fatta, ma non per questo, adesso, dobbiamo scagliarci tutti contro di lei. Tutti sono pronti a puntare il dito, a trovare un motivo per cui Fede è rimasta fuori dal podio: “è troppo vecchia“, “pensa troppo alle copertine“, “è fidanzata con Magnini“. C’è chi dopo la sua sconfitta ha scritto sui social “godo“: gente veramente piccola, piccola nel cervello.

LaPresse/Giorgio Perottino
LaPresse/Giorgio Perottino

Cara Fede, Dante diceva “non ti curar di loro“: forse hanno dimenticato l’oro di Pechino 2008, forse non si sono resi conto che il record mondiale è ancora tuo e che nemmeno il mostro Ledecky è riuscita a far cadere. Nessuno di loro sa quanto lavoro e quanti sacrifici un atleta deve fare per arrivare ai tuoi livelli. E’ facile giudicare seduti sul divano, quando l’unica attività fisica che si fa è andare a buttare la spazzatura.

Cara Fede, è in questi momenti che mi vergogno di essere italiana. In questi momenti, dove tutti dovremmo mostrarti il nostro affetto, invece viene fuori la feccia, lo schifo.

LaPresse/Gian Mattia D'Alberto
LaPresse/Gian Mattia D’Alberto

Cara Fede, continua così. Sei caduta, ma ti rialzerai. Sei un esempio per molti giovani, per quei pochi che ancora riescono ad innamorarsi di uno sport e a sognare di rappresentare la propria Nazione, anche a costo di essere lapidati. Non ci stupiamo se non abbiamo un cambio generazionale, se i giovani preferiscono giocare a Pokemon Go invece di andare nei campetti con gli amici a fare del sano sport. Forse molti di loro si domandano ne varrà la pena se poi tutti si ricorderanno solo degli insuccessi che dei successi?

Cara Fede, poteva andare meglio, ma va bene anche così. Grazie lo stesso

 

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