Tennis, la triste storia di Timea Bacsinszky: “ecco cosa mi costringeva a fare mio padre”

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Timea Bacsinszky racconta la sua triste storia: dai problemi con il padre all’abbandono del tennis fino all’entrata in top 10

LaPresse/PA
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Sempre sorridente e positiva Timea Bacsinszky nonostante la sconfitta contro la Muguruza che le è costata l’eliminazione dagli Internazionali di Roma. Già, perché per Timea adesso il tennis è gioia e divertimento, almeno lo è per la “nuova” Timea: prima infatti non era così. Nel passato la Bacsinszky ha sofferto la presenza ingombrante del padre padrone, che le imponeva di giocare a tennis. Come riporta la Gazzetta dello Sport, la svizzera ha spiegato di essere stata costretta a giocare: “giocavo perché non avevo scelta, perché dovevo farlo. Era tutto automatico, non avevo possibilità di pensare. Stavo impazzendo. A 15 anni ho detto a mia madre che se non avesse lasciato mio padre sarei fuggita. I genitori ti mettono al mondo, ma nessuno si può impossessare della tua vita”.

LaPresse/ EFE/Miguel Sierra
LaPresse/ EFE/Miguel Sierra

Dopo l’infortunio al piede del 2011 Timea aveva deciso di cambiare vita, di smettere col tennis e lavorare come cameriera in un hotel di lusso: “ho imparato ad essere umile. Ho fatto la cameriera, c’era gente ricca che non sorrideva, non ringraziava. Basta un sorriso o un ‘grazie’ a una persona per essere contenta. I volontari dei tornei, ad esempio, per noi sono importantissimi e spesso nemmeno vengono considerati”. Nel 2014 poi la chiamata per le qualificazoni al Roland Garros ha riacceso la speranza e la voglia di giocare in Timea passando dal numero 285 alla top 10 WTA. Il suo motto è: “giocare partita dopo partita, ma sempre col sorriso”, e adesso la Bacsinszky non ha più paura di niente.

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