Sacrificio Rosa

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Il sacrificio “romantico e incredibile” della maglia rosa Gianluca Brambilla

Gianluca Brambilla. Questo è il suo nome. A suo modo, oggi, un eroe. Per i molti ciclisti e i molti appassionati di ciclismo che hanno seguito la tappa che portava la carovana del Giro d’Italia fino a Sestola, questo ragazzo ha fatto qualcosa di speciale, di romantico, d’altri tempi. Gianluca Brambilla, è lui il personaggio di giornata. Lui che ha stupito tutti, spiegando poi i motivi del suo incredibile gesto. Brambilla, maglia rosa, a un certo punto, prima dell’ultima salita, si è messo a tirare. Lui, la maglia rosa, davanti al gruppo dei migliori. Perché? Se lo sono chiesti tutti. Dal tifoso davanti alla tivù ai cronisti dietro la tivù.

LaPresse/  Belen Sivori
LaPresse/ Belen Sivori

Perché lui a tirare per tutti? E soprattutto perché lui a tirare per il suo compagno-capitano? Mancava solo un giorno al sogno: Brambilla, se avesse tenuto la maglia rosa anche oggi, l’avrebbe potuta indossare domani sfilando per le strade di casa, in mezzo ai tifosi conterranei. E invece no, non sarà così. Perché Brambilla a un certo punto non si è accorto che Amador stava fuggendo, e resosi conto della situazione, ha preferito, sua personale decisione, di mettersi a tirare per il suo compagno-capitano, ringraziando così la sua squadra con un gesto da uomo d’altri tempi, un vero e proprio sacrificio rosa. Brambilla si è immolato.

LaPresse/  Belen Sivori
LaPresse/ Belen Sivori

Ha tirato finchè ha potuto. Poi, come un cavallo che “rompe”, si è messo di lato. Dimenticato. E ha lasciato la scena alla sua squadra, al suo capitano. Che adesso è maglia rosa. Quella maglia rosa che Brambilla avrebbe sognato di indossare domani. E che non indosserà solo per la sua scelta di sacrificare se stesso a favore della sua squadra. Chapeau, Gianluca, Cuor di Leone!

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