F1 – Lewis Hamilton stregato dalla Pagani, il boss Horacio: “quando la acquistò sembrava un bimbo felice”

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Horacio Pagani racconta quella volta in cui Lewis Hamilton acquistò una delle proprie supercar, rimanendo estasiato dal suo amore per le automobili

L’Italia è la culla del cibo e dei monumenti, del sole e del mare, delle belle donne e, soprattutto, dei motori! Ferrari e Lamborghini rappresentano il top, ma come dimenticare anche la Maserati e, infine, la Pagani. L’eccellenza abbinata alla bellezza, il lusso incastonato nel fascino, case automobilistiche capaci di sfornare gioiellini da far venire la pelle d’oca.

hamilton zonda La Pagani è l’ultima realtà in ordine cronologico ad essersi formata, a modellarla sono state le sapienti intuizioni di Horacio Pagani, 60 anni, nato…saldatore, cresciuto in Lamborghini e oggi a capo di una piccola, recente ma vincente realtà: 37 macchine all’anno che nel 2016 saliranno a 50, tutte fatte a mano dai 130 dipendenti, un fatturato di 48 milioni di euro. Affascinato dalla bellezza delle supercar Pagani anche Lewis Hamilton che, durante il suo periodo in McLaren, contattò telefonicamente Horacio per acquistare una Pagani Zonda 760 LH.

LaPresse/PA
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Un giorno di qualche anno fa – commenta il boss della casa automobilistica italiana – lui correva ancora in McLaren, in fabbrica riceviamo una telefonata, uno dei miei collaboratori sostiene che c’è un tizio di nome Hamilton che intende comprare una nostra macchina. lo faccio richiamare il mattino dopo alle 9 e rispondo io. È proprio Lewis, che mi confessa di essersi appassionato alle mie macchine quando correva nei kart qui in Italia, mi chiede di Fangio, fissiamo un incontro. Si presenta a Modena con padre e fratello, la Pagani per lui è un tale mito da averla come cover del suo cellulare, niente male per uno che corre con la McLaren, che pure realizza delle GT. Come con tutti i clienti mi faccio raccontare che macchina vuole. Sono in tanti che vengono da me e mi dicono, “tu sei il costruttore, fai tu come credi”. No, con me non funziona così, io voglio sapere dal cliente che idea ha della vettura perché comprare una supercar ha un senso solo se suscita una emozione in chi la possiede. Dunque Hamilton mi dice che la vuole come il suo…kart”.

LaPresse/Reuters
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Al momento dei saluti ecco la sorpresa: “Lewis mi chiede di guidare ancora un po’ una delle mie macchine, fino all’aeroporto. ‘Come la vuoi? Chiedo ‘Col cambio al volante o manuale? ‘Manuale’, mi risponde, ‘le leve devo già usarle per lavoro’. Partiamo e lui tira giù il finestrino, mette la testa fuori e tira le marce per sentire il rombo del motore. In quel frangente mi pareva come un bambino felice, che esprimeva tutto il suo amore per l’automobile“.

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