Tennis, Fabio Fognini segue le orme di Flavia: “la sua vittoria mi ha caricato, sono pronto per la Davis”

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Il tennista ligure è già ad Irkutsk dove l’Italia affronterà la Russia per rimanere nel World Group di Coppa Davis

Personalmente sono carico a mille, le immagini e le sensazioni della fantastica vittoria di Flavia a Flushing Meadows mi hanno dato ancora più energia, più voglia di fare bene. Ho visto con i miei occhi che i sogni si possono realizzare, che il lavoro duro, la capacità di non mollare mai, ti porta a risultati inimmaginabili. E’ stata un’esperienza incredibile“.

pennetta fognini Fabio Fognini, con ancora negli occhi l’incredibile vittoria della fidanzata Flavia Pennetta allo Us Open, punta a mantenere l’Italia nel World Group di Coppa Davis. Tra due giorni gli azzurri sfideranno a Irkutsk la Russia. Il 28enne ligure è arrivato Siberia direttamente da New York: “faccio ancora fatica a dormire per la differenza di fuso orario però mi sto adattando bene alla superficie della Bajkal Arena. Non è velocissima, il campo mi piace. Certo per venire sin qui abbiamo fatto un viaggio lunghissimo e faticoso. Ora ci siamo e dobbiamo guardare a questo fine settimana molto importante per il tennis italiano maschile“. In più Fognini viene da un ottimo momento: anche lui ha centrato un’impresa agli US Open: ha battuto l’ex numero uno al mondo Rafael Nadal, al terzo turno, rimontando allo spagnolo due set, come solo Federer aveva fatto in passato a Miami nel 2005. “Sono le partite che sogni, per cui lavori e ti impegni ogni giorno. A Irkutsk i russi mi hanno chiesto se ho portato con me la racchetta con cui ho battuto Rafa. Certo che sì. Ora siamo tutti concentrati su questa sfida“.

LaPresse/Reuters
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Da almeno un paio di stagioni il numero 28 del mondo è il trascinatore della squadra azzurra di Davis. Lo scorso anno guidò l’Italia fino alle semifinali battendo praticamente da solo l’Argentina a Mar Del Plata, poi mettendo ko a Napoli in tre set un certo Andy Murray. Fu il punto del 2-2, poi Andreas Seppi completò l’opera regalando agli azzurri la prima semifinale dopo 16 anni. “Se sento il peso della responsabilità? No, siamo in quattro e quando si è un team, lo dice la parola stessa, si vince e si perde tutti insieme, anche chi non scende in campo -assicura Fognini-. E’ vero che in Davis mi sono sempre esaltato, mi piace questo tipo di competizione, mi esalto. Per noi la semifinale conquistata lo scorso anno è stata come toccare il cielo con un dito dopo essere stati sottoterra. Però giocare per il tuo paese non è semplice, il ranking conta poco perché ognuno di noi vuole ben figurare quando veste la maglia della nazionale. E poi chiunque è convocato in Davis ha un livello altissimo”.

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