Tour de France – Sagan squalificato: quelle strane coincidenze che fanno venire sospetti anche ai più ingenui

  • Credit BORA – hansgrohe Veloimages
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SportFair

La squalifica di Sagan dal Tour de France puzza di complotto: tutti gli aspetti sulla discutibilissima e clamorosa decisione della giuria della Grande Boucle che fanno sospettare anche i più ingenui

Una decisione veramente clamorosa che arriva come una doccia gelata: Peter Sagan è stato squalificato dal Tour de France 2017. I commissari hanno deciso di escludere lo slovacco, campione del mondo in carica, dalla Grande Boucle a causa del contatto con Cavendish sul finale della tappa di ieri a Vittel.

Una notizia che lascia tutti a bocca aperta, una notizia difficile da credere. Analizzando le immagini infatti si può notare come il britannico della Dimension Data, inseritosi in un varco troppo stretto, nel tentativo di prendere la ruota del suo avversario, avesse perso l’equilibrio prima che Sagan alzasse il gomito, avendolo toccato con la testa sul fianco. Il contatto sicuramente c’è stato, ma la caduta non è stata causata dal gomito di Sagan, bensì proprio dalla follia di Cavendish che voleva infilarsi in una traiettoria impossibile. Per giunta Sagan non poteva sapere cosa stava succedendo dietro di lui, quindi la decisione della giuria è stata esagerata.

Non sapevo neanche fosse dietro di me“, ha dichiarato Sagan dopo la tappa. “Non so perchè abbia alzato il gomito, voglio parlarne con lui“, ha invece affermato Cavendish, mentre il presidente della commissione del Tour ha spiegato: “un comportamento grave che ha messo in pericolo molti corridori“.

Ma è evidente il motivo dell’alzata del gomito, avvenuto solo successivamente al contatto col velocista britannico: il campione del mondo stava per cadere a sua volta e per non perdere l’equilibrio ha dovuto bilanciare il suo peso sulla bicicletta.

E se dietro questa decisione clamorosa ci fosse dell’altro? Forse il corridore della Bora Hansgrohe era di troppo e poteva rovinare i piani a qualcuno? Tante infatti sono le coincidenze che fanno venire sospetti anche ai più ingenui e meno maliziosi. La Dimension Data è uno degli sponsor del Tour de France: impossibile quindi non pensare che l’organizzazione della corsa sia andata a favore del ciclista britannico proprio per questo motivo. Si fosse comportata diversamente avrebbe forse rischiato di perdere un importante sponsor? 

Inoltre c’è da tenere anche in considerazione che con l’eliminazione di Sagan, il francese Demare ha la strada spianata verso la vittoria della maglia verde che manca alla Francia da ben 22 anni (l’ultimo ad aggiudicarsela è stato Laurent Jalabert, ex ciclista della ONCE, nel 1995).

La scelta della giuria è poi discutibilissima per altri due aspetti: il primo riguarda l’aver completamente ignorato il comportamento di Demare. Il francese infatti nella volata di ieri è stato più che scorretto: Demare si è buttato al centro, tagliando così la strada a Bouhanni, senza venire sanzionato. Il secondo invece riguarda le immagini analizzate dai commissari: forse hanno osservato solo le riprese dall’alto? Quelle dalle quali è impossibile vedere l’intera scena a causa di un albero che copre proprio quando Cavendish tocca Sagan (e non viceversa)?

A pensare male si fa peccato, ma spesso ci si azzecca“, diceva Giulio Andreotti e, dispiace dirlo e anche solo pensarlo, ma l’eliminazione di Sagan puzza di complotto.

LaPresse/Reuters

Oggi si torna in bici, ma senza un campionissimo, che rende questo sport più avvincente e appassionante, che possiamo considerare il Valentino Rossi del ciclismo. Certamente la decisione della giuria fa più male al Tour che a Sagan, perchè negli anni il fenomeno slovacco ha dimostrato di regalare alla Grande Boucle molto più rispetto a quanto la corsa francese non abbia regalato a lui. Senza Sagan il Tour probabilmente perderà molti spettatori e, a questo punto, ce lo auguriamo: sarebbe la giusta punizione per la giuria. E adesso con vista 2018 lo aspettiamo finalmente al Giro d’Italia.

#NoSaganNoParty.

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