E’ rimandato il ritorno in campo di Rafa Nadal. Il tennista maiorchino è costretto a rinunciare anche al torneo di Doha, ma il recupero procede e spera di poter essere in campo presto.
In attesa di vederlo nuovamente competere con i migliori, Nadal è satto protagonista di El Objective, programma condotto da Ana Pastor su La Sexta.
Il maiorchino ha parlato di diversi argomenti, dalla sua condizione fisica a Novak Djokovic.
Le condizioni fisiche di Nadal
“Non è un’ossessione, non sono mai stato ossessivo per niente, davvero. È stanchezza mentale, il bicchiere si riempie e quando è completamente pieno bisogna pensare. Ora è molto pieno. Sono felice di quello che faccio, a mia moglie piace che io continui a giocare a tennis, vuole vivere quell’esperienza di viaggiare con nostro figlio. È una spinta positiva, ma non so se il mio corpo vuole che io continui a giocare a tennis e mi dice: “lasciami in pace”. Nessuno pretende più da me di me, quindi quello che mi arriva da fuori non mi spaventa“, ha affermato Nadal.
“Non sono solo un tennista professionista, sono soprattutto un atleta. E mi piace. E per me è importante che domani possa continuare ad avere un’attività. Il mio corpo avrà ricordi e cicatrici di tutto quello che mi è successo, ma spero che quando questa attività fisica portata all’estremo sarà ridotta, si riadatterà e potrò avere una vita relativamente sana”, ha aggiunto il maiorchino.
La riservatezza di Nadal e l’importanza della salute mentale
“Sono una persona molto sensibile e non so se la sensibilità sia anche debolezza. Ma non mostro molto delle mie emozioni e dei miei problemi. Non lo faccio a casa. Per tutta la vita ho taciuto al riguardo. “Perché preoccuparsi?“, ha affermato il tennista spagnolo.
“Sono andato dallo psicologo due volte nella mia vita, per due problemi che ho avuto, uno da piccolo e un altro dopo, ecco perché non mi sembra un argomento così nuovo, non lo percepisco come un tabù. La testa è la parte più importante del corpo. Se puoi ricevere aiuto ed essere più felice, non dirò nulla”, ha proseguito Nadal.
Nadal e i Big Three
“Io e Federer ci siamo aiutati a vicenda, anche se ci siamo tolti molto, proprio come con Novak, con un livello di esigenza difficile da ripetere, perché conoscevamo la difficoltà di chi era di fronte a noi e che non potevamo fallire. Ho un ottimo rapporto con Roger, la parola amico è molto forte, ho i miei amici di sempre. È un ottimo compagno, un membro della famiglia. L’immagine che Djokovic proietta è molto peggiore di quanto non sia in realtà. E’ una brava persona con errori che accentua un po’ con i suoi comportamenti. Quando vedo qualcuno con così tanto successo arrabbiarsi così tanto mentre gioca, non mi piace“, ha svelato poi Nadal.
“Rompere la racchetta è un momento di frustrazione. Novak lo fa e al punto successivo è al 100%. La frustrazione dura finché non rompe la racchetta. Ecco perché è colui che ha ottenuto di più nell’intera storia del nostro sport. Per me è il migliore della storia, i numeri dicono di sì. Potrei dire che mi sono infortunato più volte di lui, ma lui aveva un corpo migliore del mio e anche questo conta”.
Il ritiro ed il futuro di Nadal
“Questo sarà molto probabilmente il mio ultimo anno. Anche se non ho deciso al 100%. La mia sensazione è che non mi restano molti eventi da giocare. Mi piacerebbe giocare al Roland Garros e ai Giochi Olimpici. E non si sa mai, se tra tre mesi mi divertirò e sarò in salute, e la mia famiglia vorrà che continui… Anche se, con la mia storia, mi è difficile immaginare uno scenario del genere. La mia speranza è di ritirarmi in campo“, ha svelato il tennista.
“Penso che il giorno dopo sarò felice quanto giocare a tennis. La mia vita è sempre stata molto più che tennis, anche se la gente pensa che ne sia ossessionato. Al contrario, sono una persona molto aperta, anche intensa e laboriosa, ma non estremamente severa al di fuori dello sport. Non mi sono perso nulla fuori“, ha concluso.