Gian Paolo Montali direttore generale della Ryder Cup 2023 di Golf (25 settembre – 1° ottobre, presso il Marco Simone Golf & Country Club) è intervenuto al convegno “Roma e i grandi eventi sportivi“, organizzato dall’Università LUMSA e dalla sua comunità di laureati LUMSA ALUMNI Network, un ampio momento di riflessione sulla gestione dei grandi eventi sportivi a Roma e il loro impatto sulla città.
Ryder Cup in Italia come Mondiali di sci in Giamaica
“Siamo a 114 giorni dall’evento. Sei anni fa nessuno ci credeva perché portare la Ryder Cup in Italia è come se avessero assegnato i mondiali di sci alla Giamaica. Un’impresa titanica, perché non è solo una gara di sette giorni, ma un progetto di dodici anni che vede la crescita e lo sviluppo del golf nel nostro paese con particolari obiettivi: la valorizzazione del territorio italiano da nord a sud e il turismo golfistico.
I lavori stanno procedendo, il campo è pronto, stiamo lavorando sulle strade che porteranno trecentomila persone a vedere la gara dal vivo. Abbiamo ancora tante cose da fare, ma adesso stiamo incrociando le dita perché questa manifestazione che porterà l’Italia in giro per il mondo, dovrà essere all’altezza delle grandi organizzazioni e valorizzare quello che è il brand del Paese”.
Il golf non è solo per ricchi
“Se il golf è ancora uno sport di élite? Stiamo lavorando da sei anni perché il progetto non finirà con la Ryder Cup, ma andrà avanti fino al 2027 con l’obiettivo di fare in modo che la gente riesca a recepire che questo è uno sport per tutti e non solo per ricchi. Abbiamo dato vita ad una serie d’iniziative, il golf nelle scuole, il golf per le donne, l’inclusione sociale, il Road to Rome, per far vedere a tutti che questo è uno sport alla portata di tutti e con alto valore educativo e culturale”.
L’evento a Roma
“Se Roma è pronta all’evento? Noi abbiamo cercato sin dal primo giorno di essere pronti a dare all’Italia una grande manifestazione. Voglio ricordare che questo è un progetto del paese Italia quindi del governo italiano e proprio per questo motivo che stiamo lavorando sui dettagli in modo che gli investimenti fatti e l’approccio siano di altissimo livello. Fino a un anno e mezzo fa in pochi s’interessavano a questo evento, negli ultimi periodi abbiamo tante attenzioni e la gente ha capito davvero il valore che porterà al livello d’indotto economico la Ryder Cup.
Si sta tutto veicolando nel modo giusto, ma da ex uomo di campo finché l’ultimo pallone non è a terra, non cantiamo vittoria e speriamo veramente di dare una grande immagine non solo dal punto di vista organizzativo, ma anche dal punto di vista della bellezza del nostro Paese: una città come Roma con il suo grande fascino avrà la capacità di far diventare questa edizione della Ryder Cup forse la più iconica tra tutte quelle finora disputate”.
Rischio 0 italiani in gara
“Se c’è il rischio che nessun italiano partecipi alla manifestazione? No, speriamo di no, anzi il mio augurio è che ce ne siano almeno uno o due. E’ chiaro che verranno selezionati i migliori dodici giocatori europei attraverso il ranking mondiale e le wild card scelte dai capitani.
La speranza è di avere almeno Molinari visto che è stato decisivo nell’ultima Ryder Cup disputata in Europa e poi vedere se qualche altro in questi ultimi mesi riesce a fare dei risultati tali da indurre il capitano a selezionarlo. Certamente vorremmo che non fosse una Ryder Cup come quella disputata a Parigi tanti anni fa dove la Francia non aveva neanche un giocatore. Per noi anche dal punto di vista mediatico avere come icona sportiva un giocatore italiano farebbe davvero la differenza quindi incrociamo le dita e facciamo il tifo per i nostri giocatori”.