Una finale di Champions League ricca di emozioni, seppur concentrate tutte nel secondo tempo. L’Inter esce sconfitta ma a testa altissima, fra gli applausi dei propri tifosi. Il Manchester City capitalizza l’unica occasione utile, i nerazzurri ne falliscono diverse. La dura legge del calcio: vince chi fa un gol in più dell’avversario.
Per l’Inter è la terza finale di Champions League persa: la prima fu quella del 1966-1967 contro il Celtic (2-1), la seconda quella del 1971-1972 contro l’Ajax (2-0). Per il Manchester City è la prima Champions della storia, ma il terzo trofeo stagionale dopo F.A. Cup e Premier League: è treble!
Il racconto della partita
Nel primo tempo succede poco. Il Manchester City perde De Bruyne per infortunio e non trova grandi spunti offensivi a parte una conclusione di Haaland murata da Onana. L’Inter si difende bene ma non riesce a essere incisiva oltre la metà campo.
Nel secondo tempo l’Inter non sfrutta un clamoroso errore della difesa del City: incomprensione Ederson-Akanji, Lautaro si fionda sul pallone a metà strada ma al posto di servire Lukaku al centro dell’area tira addosso a Ederson in uscita. Meno egoista Bernardo Silva nell’azione che sblocca la gara: il portoghese scappa fra le linee sulla destra, mette dietro per Rodri che trova l’unico angolino libero per l’1-0.
L’Inter ha subito l’occasione per pareggiarla: un pallone spiove nell’area del City, ci arriva Dimarco di testa ma colpisce la traversa, sulla respinta lo stesso Dimarco colpisce invece Lukaku che nega, incredibilmente, il gol. All’88’ Lukaku ha la chance per farsi perdonare: cross dalla sinistra, sponda di Gosens in mezzo, da 1 metro il belga schiaccia di testa e trova il ginocchio di Ederson a dire di no. A tempo scaduto un’altra gran parata di Ederson su Gosens blinda l’1-0. È l’ultima chance prima del triplice fischio: il Manchester City è Campione d’Europa.