La grande passione per lo sport, spinge Federico Morisio a praticare Windsurf all’età di nove anni tutte le estati fino al liceo. Dopo essersi iscritto alla facoltà di Ingegneria, parte per le Hawaii, la Mecca del Windsurf, e lì la sua vita cambia per sempre. Quel viaggio gli permette di capire che non si tratta solo di una passione, ma di un qualcosa di molto più grande: inizia così la sua carriera da atleta professionista.
Le acque cristalline e le spiagge paradisiache delle isole Fiji hanno fatto da sfondo alla 3° tappa di Coppa del Mondo di Windsurf Wave, l’evento più prestigioso ed importante dell’anno. Nato e cresciuto a Torino, Federico Morisio si classifica come unico italiano in gara al 9° posto su 32. La competizione ha attirato i migliori 38 atleti al mondo uomini e donne e ha visto Federico emergere con grande abilità, stile e determinazione. L’unicità dell’evento è data da un’onda chiamata Cloudbreak, potente, veloce e considerata tra le dieci onde più pericolose al mondo. La gara si è svolta in diverse batterie, ognuna delle quali ha presentato sfide uniche. Federico ha colto l’opportunità di mettersi alla prova in una delle competizioni più impegnative della sua carriera e ha dimostrato fin dalla prima batteria le sue abilità, riuscendo a battere il campione del mondo Marcilio Browne.
L’evento per Federico si conclude con un grande risultato, il 9° posto in classifica generale a coronamento dell’impegno costante, dello spirito sportivo e degli anni di allenamento. La partecipazione alle isole Fiji rappresenta ad oggi un importante traguardo nella carriera di Morisio, diventando un pezzo di storia del windsurf non solo italiano, ma anche mondiale.
Federico Morisio batte il campione del mondo di windsurf wave alle Fiji
Federico Morisio, atleta torinese di windsurf e tra i migliori al mondo, ha partecipato ad una delle competizioni più impegnative della sua carriera: la 3° tappa di Coppa del Mondo di Windsurf Wave. Noto per le sue doti di velocità e agilità, ha colto l’opportunità alle isole Fiji di mettersi alla prova e di riuscire a cavalcare Cloudbreak, l’onda tra le più pericolose, potenti e veloci del mondo. Durante la gara il giovane italiano ha dimostrato le sue abilità confrontandosi con avversari provenienti da ogni angolo del mondo e nella prima batteria è riuscito a battere il campione del mondo Marcilio Browne. Tecnica impeccabile e padronanza delle acque invidiabile, Federico ha concluso la gara classificandosi come unico italiano, al 9° posto su 32 e coronando anni di sacrifici, impegno e allenamento costante.
Quando hai deciso di voler diventare un professionista di windsurf che spinta hai sentito? Razionale o irrazionale?
“Fin da bambino ho praticato il Windsurf come passione nelle vacanze insieme alla mia famiglia. Dopo aver finito il liceo ed essermi iscritto ad ingegneria, i miei genitori mi hanno regalato un viaggio alle Hawaii, nella Mecca del Windsurf. Durante quel viaggio ho conosciuto i miei idoli, ho fatto Windsurf in una delle onde più difficili al mondo ed ho partecipato alla gara più importante al mondo della disciplina “Wave”. E’ lì che ho sentito una voce sempre più forte dentro di me: “voglio diventare un windsurfista professionista, è il mio sogno e so di potercela fare”. Da lì in poi ci ho sempre creduto, superando mille difficoltà e ostacoli. Non credo sia stata una scelta razionale, anzi sicuramente è stata principalmente emotiva, ma dentro di me ero sicuro di potercela fare. Nonostante sentissi una grande responsabilità, non mi sembrava una scelta folle”.
Essendo uno sport molto pericoloso ed estremo, hai mai avuto un momento in cui ti sei spaventato o un grande infortunio?
“In molte occasioni fa paura entrare in acqua, perché le onde possono essere grosse anche fino agli 8 metri o più, con rocce su cui si può finire in caso di errori, con animali marini e soprattutto circostanze che solo la natura può controllare. In alcune occasioni non ho sentito solo paura, ma ho temuto per la mia vita. Durante il mio quarto viaggio alle Hawaii, in una giornata con onde grosse fino ai 4-5 metri, stavo facendo Windsurf in un “outer reef” (barriere coralline che si trovano al largo e dove si creano onde oceaniche potenti) e un’onda mi ha travolto. Ho perso la mia attrezzatura e sono rimasto da solo. Mi trovavo a 600-700 metri da riva, in una zona in cui è rinomata la presenza di squali tigre. Ero abbastanza terrorizzato, ma sono rimasto lucido e ho iniziato a nuotare in direzione della spiaggia, controllando la paura. Dopo 15 minuti, un altro windsurfista ha sentito le mie urla e mi ha aiutato nuotando insieme fino a riva. È stata un’esperienza molto forte e sono grato che sia andato tutto bene”.
Quali sono stati gli aspetti che ti hanno permesso di battere il campione del mondo?
“Aver passato gli ultimi sei mesi in Cile mi ha aiutato tantissimo. Le condizioni non sono uguali, ma simili. Sono arrivato con un grande allenamento alle spalle, mi sentivo bene fisicamente, mentalmente e tecnicamente con l’attrezzatura. Oltre a questi fattori, considerando le condizioni estreme con vento leggero e onde fino agli 8 metri, saper scegliere l’onda giusta e valutare quanto rischiare era molto importante. Ho scelto di aspettare le onde più grosse per poter fare più punti e surfarle in modo un più conservativo. In generale si tratta di un mix di tecnica, tattica e fattore mentale e nella batteria sono riuscito a gestire questi tre fattori nel miglior modo permettendomi di raggiungere il primo posto, avanzare al prossimo round e battere il campione del mondo in carica che era anche uno dei favoriti”.
L’esperienza alle Fiji, per Federico, rappresenta ad oggi un importante bagaglio di apprendimento, che potrà utilizzare al momento giusto per migliorare le sue performance future e continuare a competere a livello mondiale.