Vaccini, gli esperti: “La campagna informativa anti-meningococco B crea curiosità e interesse”

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(Adnkronos) – In questi giorni in alcune città italiane – come Perugia, Terni, Torino, Ostia, Cosenza e Regio Calabria – è in corso una campagna di awareness sulla meningite B, promossa da Gsk, che vede la realizzazione, in alcune strade cittadine, di floor carpet informativi, tappeti adesivi che si attaccano sull’asfalto e che invitano a conoscere, anche attraverso un Qr code, i rischi prevenibili della meningite. Da dieci anni è infatti disponibile il vaccino contro il meningococco B la cui somministrazione è raccomandata dal 2 al 3 mese, il calendario vaccinale lo indica a 15 giorni dall’esavalente, pneumococco e rotavirus. La copertura è ancora bassa ma nelle regioni dove è somministrato gratuitamente dal pediatra, pochissimi rinunciano alla profilassi.
‘I genitori di oggi si informano su web queste campagne informative creano curiosità e fanno scattare l’interesse e la richiesta di chiarimenti – afferma Gianni Di Stefano, segretario regionale Umbria delle Federazione nazionale medici pediatri (Fimp) – Anche se la percentuale delle infezioni non è altissima, la meningite B è una patologia che può dare esiti molto importanti a livello neurologico, come emiplegia (paralisi di una metà del corpo), ed epilessia, oppure necrosi cutanea che può richiedere l’amputazione degli arti e, nei casi più gravi, portare anche a morte”.
Spesso, alla prima visita, ‘i genitori chiedono quando fare le vaccinazioni, ma è meglio giocare d’anticipo – continua Di Stefano – Prima della visita del secondo mese di vita, quando sono previste le prime somministrazioni, fisso la visita e chiedo ai genitori se hanno ricevuto la comunicazione dal centro vaccinale e, a partire dalla lettera, spiego le varie questioni. Succede infatti che, ad esempio, prima di fare il vaccino, il medico o l’infermiere chiedano se ne hanno parlato con il pediatra: nei genitori si insinuano così dei dubbi che fanno rimandare la vaccinazione. I centri vaccinali propongono l’anti meningococco B dopo i 6 e 7 mesi, ma andrebbe evitata questa prassi per garantire nel lattante e nel bambino la copertura adeguata per proteggere dalla malattia prima del primo anno di vita, dato che la maggiore incidenza dell’infezione è da 0-2 anni e dopo i 12 anni”.
In Umbria le coperture per l’anti-meningococco B, al 2021, ultimi dati a disposizione ‘è del 56%: al di sotto del 60% che è la media nazionale – osserva Di Stefano -. è un valore molto basso e ben lontano dal 90-95% che garantisce che il batterio non circoli. Il dato, inoltre, è in calo rispetto al periodo pre-covid, quando era al 58%”. Sulle nuove vaccinazioni ‘stiamo lavorano alla sensibilizzazione – aggiunge – ma il problema è il recupero di quel 50% circa saltato dal 2019 al 2021. C’è anche una carenza del personale sanitario che, probabilmente, non permette di recuperare le somministrazioni rimaste indietro a causa del Covid: la vaccinazione si può fare anche dopo gli 0-2 mesi, la copertura dura decenni”.
La questione che preoccupa di più i neo genitori è ‘un eccesso di vaccinazione. Ritengono che il sistema immunitario del bambino venga bombardato, ma è una cosa che non ha fondamento scientifico – sottolinea Di Stefano -. Il sistema immunitario non viene bombardato dalle vaccinazioni, ma stimolato a funzionare contro il singolo antigene. Quotidianamente i bambini sono bombardati da virus e batteri. Non è giustificabile, non ha fondamento pensare che un vaccino causi problemi al sistema immunitario. La stimolazione del vaccino è infinitesimale rispetto a quello che deve affrontare l’immunità di un bambino, durante il giorno”.
Una percentuale di adesione praticamente totale alla vaccinazione di tutti i vaccini, compreso quello per il meningococco B, si può ottenere offrendo la somministrazione nell’ambulatorio pediatrico e gratuitamente. Lo dimostra l’esperienza di Franco Aurelio, pediatra referente area Vaccini Fimp della provincia di Cosenza. ‘Non ho grosse difficoltà. Sono pochissimi i non vaccinati – afferma – Dal 2015, la copertura dei miei assistiti è intorno al 96-97%. Sto completando la coorte tra 11 e 16 anni, ma tra non molto andrà chiusa. Rimane la corte tra i nati prima del 2015 tra i 8 e 11 anni, che verranno vaccinati man mani che arrivano a 11 anni”. Il motivo di questa suddivisione è dovuto al fatto che, dopo vari ‘incontri con regione Calabria – spiega Aurelio – abbiamo inserito nel calendario vaccinale la distribuzione gratuita dell’anti meningococcico B gratuita anche dagli 11-18 anni, mentre era già gratuita per i neonati”. Una situazione simile si ritrova anche in Toscana e Lazio.
Il rapporto di fiducia con il pediatra e la praticità nella somministrazione gratuita sono questioni determinanti, per Aurelio, nel favorire l’adesione alla profilassi. ‘I genitori chiedono se il vaccino è sicuro, se dà complicanze – rimarca – ma una volta rassicurati sul fatto che previene una malattia gravissima come la meningite fulminante l’adesione è praticamente totale”.
Forte di un’esperienza trentennale nelle vaccinazioni, ‘credo che un grande problema sia la difformità di accesso: ogni regione fa come meglio crede – osserva Aurelio – Quando avevamo il co-pagamento, per quanto basso, non c’era lo stello livello di adesione visto dopo la gratuità e presso il proprio medico”. Certo questo comporta anche un maggior carico di lavoro per il pediatra, per questo sarebbe auspicabile l’inserimento di un infermiere di ambulatorio. ‘In una Regione commissariata come la Calabria – riflette Aurelio – abbiamo difficoltà, ma la presenza di un infermiere è improntate non tanto per la somministrazione del vaccino, ma per tutta la questione burocratica amministrativa che richiede molto tempo”.

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