Il ritiro di Remco Evenepoel, Maglia Rosa del Giro d’Italia e principale favorito per la vittoria finale, continua a far discutere. A parlare, questa volta, è Yvan Vanmol, medico della Soudal-Quick Step che ha speso parole dure contro l’organizzazione del Giro d’Italia.
Secondo il medico, la positività del belga (asintomatico, sarebbe potuto restare in gara) si sarebbe potuta evitare con misure sanitarie più stringenti. “Remco è molto scontento – ha affermato Vanmol ai microfoni di Radio 1 –. Si fanno tanti sacrifici, ma per negligenza e poca professionalità dell’organizzazione ha dovuto lasciare il Giro da leader. Se vedete cosa è successo nei primi giorni… Una conferenza stampa in una stanza piccola, piena di gente: non è possibile. Sì, questo mi fa arrabbiare. È la cronaca di una morte annunciata, perché prima del Giro c’era erano stati tutti quei casi alla Jumbo-Visma“.
“C’erano già richieste all’organizzazione, ad esempio, per fare le conferenze stampa in videochiamata, ma apparentemente era impossibile. – ha aggiunto il medico – Questi problemi ci saranno anche al Tour e alla Vuelta in futuro. Ci devono essere protocolli chiari. Non che debbano essere rigidi come qualche anno fa, ma le persone devono sedersi attorno al tavolo, anche con i medici di squadra“.
“Fisicamente Remco sta bene nella misura in cui non ha più di un serio raffreddore, ma questo è davvero più che sufficiente per mettere qualcuno fuori corsa – ha dichiarato Vanmol -. La decisione del ritiro? Abbiamo semplicemente agito correttamente dal punto di vista medico. È stata la nostra politica per tutta la stagione testare al minimo sintomo. I rischi dopo il contagio sono ancora troppo grandi per essere presi alla leggera. Non possiamo dire che Remco non abbia sofferto della malattia, i suoi valori erano nettamente inferiori rispetto ai giorni precedenti. Non possiamo minimizzarlo. Inoltre, può anche contagiare altri colleghi“.