Balotelli intervistato da Fedez: gli aneddoti su Mourinho, Totti e Juve

Mario Balotelli da Fedez: le dichiarazioni dell'attaccante ex Milan e Inter hanno scatenato le discussioni

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Mario Balotelli non è mai banale, l’attaccante del Sion riesce sempre a scatenare motivi di grande discussione. La stagione dell’ex Milan e Inter non è stata entusiasmante, la carriera del calciatore è stata condizionata dai colpi di testa dal punto di vista caratteriale.

L’attaccante si è raccontato nel podcast condotto da Fedez e sono stati svelati retroscena interessanti. “a 4 anni sono stato affidato alla famiglia Balotelli, non capivo cosa stesse succedendo e, probabilmente, non ero un tipo facile da gestire. Con il passare del tempo ho capito che i miei genitori avevano cercato di regalarmi un futuro migliore, li ringrazio per questo”. 

Sulla carriera: “l’Inter l’ho amata tantissimo, la amo ancora. Sono grato ai nerazzurri, soprattutto a Moratti. Nel mio cuore sono milanista, però all’Inter ho trovato davvero un gruppo stupendo e tifosi straordinari. La maglia gettata a terra, dopo la semifinale contro il Barcellona, ha rovinato tutto: io ho sbagliato, ma avevo 19 anni. Non capivo come mai tutto lo stadio potesse fischiarmi per un paio di palloni persi: tornai a casa piangendo. Materazzi era il mio angelo custode. Dopo quel gesto venne a sgridarmi, però voleva soltanto proteggermi.

Mou? Non è un tipo semplice, proprio come me. Prima di una trasferta a Catania, litigammo sul pullman che ci portava in aeroporto. Mi fece scendere e tornai a casa in auto…”

Sul calcio di Totti: “in verità non mi fece male, però è chiaro che, se mi vieni addosso così, io devo cadere a terra. Francesco non aveva nulla contro di me, era arrabbiato perché non aveva giocato titolare. Gli scrissi un messaggio chiedendogli il motivo di quel gesto, lui mi rispose che non era neppure riuscito a prendermi bene… Ci abbiamo scherzato su, lo rispetto e abbiamo un ottimo rapporto”.

Sulla Juventus: “ero al Manchester City e Raiola parlò con Marotta. Incontrai Conte e Nedved, il tecnico mi spiegò come mi avrebbe fatto giocare. Sembrava fatta, così Raiola chiamò Galliani per dirgli che avrei firmato con i bianconeri. Adriano stoppò tutto e mi portò al Milan: in rossonero ho trovato una vera e propria famiglia”.

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