Ancora un nulla di fatto sull’inchiesta Prisma, l’udienza preliminare è stata infatti rinviata al 10 maggio. La decisione è arrivata dopo la sospensione per le valutazioni sulle richieste delle parti civili. Circa 30 piccoli azionisti si sono costituiti parte civile per chiedere i danni al club bianconero.
E’ stata fissata una nuova udienza per permettere ai legali bianconeri di leggere la richiesta delle parti civili, il Gup potrà decidere se accogliere o meno le loro richieste. Sempre il 10 maggio dovrebbe affrontarsi pure la questione della competenza territoriale del processo.
Il punto sull’inchiesta Prisma
Il punto sull’inchiesta Prisma è arrivato da Paolo Ziliani, attraverso una serie di tweet pubblicati sul profilo Twitter. “Il rinvio dell’udienza preliminare al 10 maggio non cambia nulla: ci sarebbe voluto molto tempo (nel penale è così) per arrivare a giudizio, ora ci vorrà lo stesso tempo più 45 giorni. Non è successo nulla, almeno rispetto a questo aspetto. La sola cosa rilevante è stata la mancata costituzione della FIGC come parte civile: a Calciopoli lo fece, ma qui parliamo di Gravina che s’incontrava segretamente a casa Agnelli e che il giorno prima del crollo del CdA elogiava la Juve come modello societario”.
“Se il problema del calcio italiano non fosse in primis la FJGC e con la FJGC l’AJA, oggi non avremmo il problema Juventus: perchè una Federazione seria non se ne sarebbe rimasta anni inerte a osservare l’espandersi della metastasi. Nessuna sorpresa anche qui dunque. La fortuna è stata trovare una Procura, quella di Torino, capace di svolgere uno straordinario lavoro d’indagine: a tal punto efficace da costringere la ridicola Procura federale a riaprire il processo plusvalenze per punire la Juventus e squalificarne i dirigenti”, continua il giornalista.
Ziliani continua: “è stata una benedizione. Perchè una Procura che era persino stata capace, teleguidata da Gravina, di archiviare il farsesco scandalo Suarez sempre con la Juventus protagonista, oggi con la mole probatoria fornitale da Torino non può più giocare a fare lo struzzo. I reati penali e sportivi commessi dalla Juventus nei 13 anni della gestione Agnelli sono stati svelati con tale chiarezza e con un carico di prove così inoppugnabile che pensare a un colpo di spugna, come tanti ne abbiamo visti fare in passato, è oggi impossibile”.
“Per questo (e così rispondo ai tanti che mi scrivono preoccupati dopo lo stand by di oggi) non c’è alcun motivo per essere preoccupati: il lavoro fatto dalla Procura torinese ha infatti “condannato” la giustizia sportiva a dover essere per una volta nella vita seria. Sarà la prima a dover esprimere verdetti e la gogna cui si esporrebbe agli occhi dell’Italia e del mondo se solo tentasse di trasformare la montagna in un topolino è un’eventualità che allo stato delle cose (pessimo per la Juventus) è da considerarsi impossibile”.
“Il quadro accusatorio in cui la Juventus si trova è tremendo: un coacervo di illeciti tutti consapevolmente ideati, pianificati, prodotti, realizzati e reiterati in casa di cui i magistrati hanno prove provate e persino confessioni aperte o intercettazioni confessorie. Non c’è dunque alcuna possibilità che una colpevolezza così piena e conclamata, e così carica di vergogna, possa non essere riconosciuta: la Juventus sarà punita per quel che merita prima dall’UEFA, poi a malincuore dalla FIGC e infine anche sul fronte penale. Torniamo quindi a sederci tranquilli sulla riva del fiume: la Corte UE farà arrivare presto una prima sorpresa in tema Superlega poi la sfilata di facce conosciute si farà ininterrotta. Manovre stipendi. Succursali. Settlement Agreement. FPF UEFA: solo posti in piedi”, conclude Ziliani.