Il dramma dell’ex calciatore Ambrosini: la malattia inguaribile del figlio

La vita dell'ex calciatore Massimo Ambrosini è stata sconvolta dalla malattia del figlio: le rivelazioni dell'opinionista

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Gli ultimi mesi non sono stati facili per Massimo Ambrosini, la vita dell’ex calciatore del Milan e della Nazionale italiana è stata condizionata da un grave problema personale: la malattia del figlio. E’ stato un calciatore molto importante nel panorama calcistico, si è sempre dimostrato un centrocampista prezioso. L’esperienza più importante è stata quella con la maglia del Milan, nel corso della carriera si è messo in mostra anche con Cesena, Vicenza, Fiorentina e Nazionale italiana.

Adesso è diventato un bravo commentatore ed opinionista, analizza le partite italiane ed estere. Dopo l’addio a Sky è stato chiamato come volto di DAZN. Gli ultimi mesi della sua vita sono stati sconvolti da una vicenda fuori dal campo: la malattia del figlio.

Massimo Ambrosini
Foto di Matteo Bazzi / Ansa

La malattia del figlio di Ambrosini

Massimo Ambrosini ha deciso di raccontarsi sul profilo Instagram, il riferimento è al dramma personale della malattia del figlio. “Da sei mesi la mia vita e quella della mia famiglia sono state letteralmente sconvolte dalla malattia di nostro figlio più piccolo. Ad Alessandro è stato diagnosticato il diabete di tipo 1, che è una malattia autoimmune, cronica e degenerativa e che anche se non si vede può avere delle conseguenze gravissime”.

“Siamo costretti costantemente a tenere monitorata la sua glicemia e fare iniezioni di insulina più volte al giorno, tutti i giorni. Al momento il diabete di tipo 1 è una malattia incurabile, ma c’è una speranza che passa solo ed esclusivamente attraverso la ricerca scientifica. Io, mia moglie e tutti i parenti delle 200 mila persone fra adulti e bambini che hanno questa malattia abbiamo la necessità e la volontà che si arrivi a una cura definitiva.

Per questo ho deciso di correre alla Milano Marathon, insieme a qualche mio ex compagno di squadra, per sostenere la Fondazione Italiana Diabete. Insieme ragazzi possiamo e dobbiamo trovare una cura per questa malattia”.

 

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