Pietro Anastasi è stato un grandissimo protagonista nel calcio italiano, il suo nome è tornato alla ribalta in relazione alle morti sospette nel mondo del calcio. Le discussioni continuano senza sosta dopo gli ultimi gravissimi lutti: Sinisa Mihajlovic e Gianluca Vialli sono morti a causa di brutte malattie, la leucemia e il tumore al pancreas. Ex calciatori hanno alimentato i sospetti sulle sostanze assunte da tanti calciatori nel passato.
E’ tornata alla ribalta la vicenda di Pietro Anastasi, ex attaccante protagonista soprattutto con le maglie di Juventus e Inter. Nel corso della carriera da calciatore ha indossato anche le divise di Varese, Ascoli e Lugano. E’ stato protagonista anche con la maglia della Nazionale.
I dettagli dal figlio
Pietro Anastasi è morto a causa della Sla, il figlio Gianluca ha svelato tutti i dettagli intervistato da ‘Avvenire’. “Dopo dei controlli di routine, papà aveva male a una gamba. Un giorno ha cominciato a inciampare e mia madre si accorse che teneva sempre il collo storto: «Pietro raddrizzati, perché stai così?» gli ripeteva. Papà non se ne accorgeva neppure. Così siamo andati a Torino allo studio del prof. Adriano Chiò, un luminare della Sla, come ci avevano detto, il quale ci informò che stava curando altri calciatori, meno famosi di Anastasi, ma comunque gente che aveva dei trascorsi a livello dilettantistico. Il referto medico di Chiò fu una sentenza impietosa. Con nostra madre Anna, io e mio fratello pensammo di non rivelarlo a nessuno, tanto meno a papà”.
“Dai controlli emerse anche quel cancro al polmone e se fosse stato solo quello si poteva ancora sperare. Aveva qualche sospetto, poi quando negli ultimi due mesi di vita ha avuto la certezza che si trattava della Sla si è lasciato andare. Ha smesso di lottare, ha chiesto di non essere più assistito. Con la morte nel cuore siamo andati al comune di Varese, dove risiediamo, per confermare la sua volontà espressa in tempi non sospetti: la rinuncia all’accanimento terapeutico”.
Sulla carriera da calciatore: “a noi aveva raccontato di aver preso farmaci per guarire da infortuni: antinfiammatori, sicuramente aveva preso il Micoren anche lui. Per quanto concerne la Sla si era fatto l’idea che potesse dipendere dai traumi, «chissà – diceva –, magari dipende dai troppi colpi di testa». Pur non essendo altissimo con i colpi di testa se la cavava, diversi gol li aveva fatti con l’inzuccata a “volo d’angelo”… Negli anni in cui giocava lui poi i palloni erano dieci volte più pesanti rispetto a quelli di oggi. Io e la mia famiglia sinceramente dopo la sua morte le abbiamo pensate tutte…”.