La dura infanzia di Djokovic: “mi svegliavo alle 5 per fare la fila per pane e latte”

La difficile infanzia di Djokovic durante le guerre in Serbia: il tennista racconta la sua vita da bambino, tra file per il pane e sveglia presto

SportFair

Novak Djokovic è tornato al successo in Australia, ad un anno dall’espulsione dal Paese per la sua posizione sul vaccino anti-Covid. Il tennista serbo ha conquistato il suo 10° Australian Open e non ha e nascosto la sua commozione dopo la finalissima con Tsitsipas alla Rod Laver Arena.

Col successo di Melbourne Djokovic raggiunge Nadal a quota 22 Slam e sale nuovamente sul trono mondiale, prendendosi il numero 1 del ranking ATP.

Non sono mancate le polemiche in Australia, legate in particolar modo al padre del tennista, accusato di aver partecipato ad una manifestazione filo russa. Djokovic ha commentato l’episodio prima della finale, spiegando anche la posizione della famiglia sulla guerra, avendola vissuta quando era bambino.

E proprio sulla sua infanzia è tornato in un’intervista a Sky Sports Network.

L’infanzia di Djokovic

Non lo faccio per pubblicità, ma perché voglio aiutare e voglio esserci per le persone meno fortunate. Vengo dalla Serbia negli anni ’90, e lì ho vissuto due guerre e un embargo per sei anni. Inoltre, a nessun atleta serbo è stato permesso di lasciare il Paese per gareggiare all’estero per quattro anni“, ha spiegato il tennista.

Quando ero bambino in Serbia, ogni mattina alle cinque del mattino dovevamo fare la fila per prendere pane e latte per mio nonno e centinaia di altre persone, così mettevamo il pane in tavola per una famiglia di 5- 6 membri da mangiare tutti i giorni. So come ci si sente. Sono grato per tutto ciò che ho e per tutto ciò con cui sono stato benedetto, e tutto ciò che Dio mi ha dato lo apprezzo e rispetto molto. Per questo sono consapevole che al mondo ci sono persone meno fortunate di me e, attraverso la mia Fondazione, cerco di aiutare il più possibile le persone. So che non basta e che posso dare di più, ma faccio sempre del mio meglio“, ha concluso.

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