Becker tra visite negate e minacce: “in carcere volevano uccidermi”

Boris Becker racconta i suoi 8 mesi in carcere: l'ex tennista tra minacce, visite negate e l'enorme affetto dei fan

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Boris Becker ha rilasciato la sua prima intervista dopo aver scontato la sua pena in due carceri britanniche per la condanna per bancarotta. Il tre volte campione di Wimbledon ha rivelato spaventosi retroscena come le minacce ricevute da alcuni detenuti in prigione. 

L’ex tennista e allenatore ha raccontato come nella prigione di wandsworth, un detenuto, rivolgendosi a lui, ha affermato che “se non avessi fatto questo o quello mi avrebbe ucciso. Ci aveva provato con altri“.

Piangendo in una prima intervista sconvolta dall’emozione dopo essere stato rilasciato, ha aggiunto che dopo essere stato trasferito nella prigione di Huntercombe ha ricevuto nuove minacce da un secondo “prigioniero che voleva uccidermi“.

boris becker
Foto di Neil Hall / Ansa

L’ex multimilionario ha ammesso di essere “impazzito” durante i suoi 8 mesi di pena, perchè temeva per la sua vita.  “Avevo due grosse preoccupazioni, una cella condivisa – ero fottutamente spaventato – e anche la doccia. I film non mi hanno aiutato, quando vedi il sapone cadere a terra“, ha aggiunto.

In un’intervista esclusiva con il canale televisivo tedesco Sat 1 ieri sera, Becker ha aggiunto della vita in prigione: “è estremamente piena, estremamente sporca, estremamente pericolosa, assassini, offerte di sesso, affari di droga, incontri di tutti i tipi. Esci dalla tua cella e devi prenderti cura della tua pelle perché le guardie non lo fanno per te”

Terrò i contatti con alcuni dei prigionieri. Avevamo bisogno l’uno dell’altro. Ci siamo davvero sostenuti a vicenda“, ha però ammesso, rivelando come un prete gli abbia permesso di chiamare sua madre 87enne in Germania: “prima le ho detto che ero vivo e che stavo bene. Voleva sentire la mia voce. Ho detto che non c’era pericolo, ma ho mentito ovviamente“. 

L’affetto dei fan

Ho ricevuto così tante lettere dai fan, dagli amici“, ha detto ancora. “Ho letto ogni singola lettera. Le ho raccolte tutte e risponderò a ciascuna di esse a Natale. Queste lettere mi hanno aiutato molto a mantenere il mio morale e la mia voglia di vivere“, ha continuato.

Becker ha poi rivelato che è stata negata all’amico allenatore Klopp la possibilità di fargli visita: “sono un buon amico di Jürgen Klopp e voleva venire a trovarmi. Ho dato i nomi al governo, poi è arrivata la risposta che Jürgen non può farti visita perché è troppo famoso”.

boris becker
Foto di Neil Hall / Ansa

Ma l’intera faccenda mi ha insegnato qualcosa di importante e buono. E alcune cose accadono per una buona ragione“, ha concluso.

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