Atletica, è il miglior Mondiale indoor dal 1993 per la Nazionale italiana nella classifica a punti

Ottimo bilancio per l'Italia dell'atletica ai Mondiali Indoor, ottimi risultati conquistati

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È il migliore Mondiale indoor dal 1993 per la Nazionale italiana nella classifica a punti. A Belgrado gli azzurri concludono con due medaglie (oro Jacobs nei 60, bronzo Tamberi nell’alto), 24 punti nella placing table e complessivamente sette piazzamenti tra i primi otto, i cosiddetti “finalisti”, meglio di quanto fatto nelle precedenti tredici edizioni della rassegna iridata in sala: per risalire a un’edizione più ricca, bisogna tornare a quella di ventinove anni fa a Toronto, quando furono altrettanti i finalisti e 31 i punti. E per la prima volta da Barcellona 1995 l’Italia conquista due medaglie nella stessa edizione (allora furono oro Di Napoli nei 3000 e argento 4×400 uomini). Nel pomeriggio finale, a mettersi in evidenza è il 22enne mezzofondista Pietro Arese che firma un prestigioso ottavo posto nei 1500 metri con il tempo di 3:37.60, di nuovo vicino al primato italiano (Meslek 3:37.29) dopo aver corso ieri in batteria in 3:37.31. È la gara in cui l’etiope Samuel Tefera (3:32.77) infligge la sconfitta al norvegese oro olimpico Jakob Ingebrigtsen (3:33.02). Decimo posto invece per Larissa Iapichino nel lungo con 6,57. Nei 60hs, primato personale per Hassane Fofana (7.65), fuori in semifinale. Proprio negli ostacoli, lo statunitense Grant Holloway pareggia il (suo) record del mondo di 7.29 e poi conquista l’oro con 7.39 in finale. Il punto esclamativo su una splendida edizione della rassegna della Stark Arena lo mette Armand Duplantis: lo svedese si arrampica a 6,20 nell’asta, al terzo tentativo, nei primi assalti di sempre a questa misura. È un altro limite umano che si infrange per merito di questo talento soprannaturale, 22 anni, oro olimpico e adesso iridato indoor, che aggiunge un centimetro al primato di 6,19 realizzato sulla stessa pedana di Belgrado nel meeting di tredici giorni fa.

“I ragazzi hanno assorbito bene l’impatto di Tokyo – le parole del presidente FIDAL Stefano Mei – Torniamo da Belgrado con sette finalisti e due medaglie, qualcosa che non accadeva dagli anni novanta. Siamo stati bravi, una bellissima spedizione. Capitanati da Gimbo e da Marcell i ragazzi hanno fatto bene, tra record italiani e primati personali. La nuova età dell’oro dell’atletica italiana è un fatto: ora tutti ci aspettano, l’asticella si è alzata. Jacobs, qualora servisse, ha dato un’ulteriore dimostrazione di forza, in un campo che non è il suo, quello dei 60: è incontestabilmente il numero 1 della velocità. Tamberi ha dimostrato che le cose quasi impossibili si possono fare, è un messaggio per tutti i ragazzi. Sono certo che dopo i cinque ori di Tokyo e questi Mondiali indoor, nelle spedizioni dei Mondiali di Eugene e degli Europei di Monaco saremo assolutamente competitivi”. 

“Col mio coach Silvano Danzi ci siamo dati una parola d’ordine: curiosità. Quella di scoprire quanta distanza ci fosse tra me e il top mondiale. Ho corso un tempo praticamente identico a ieri, sono andato di nuovo vicino al record italiano e continuando così lo raggiungerò presto. Con il DT La Torre invece ci eravamo detti che era importante restare tra i primi otto per il punteggio di squadra. E ce l’ho fatta. Alla prima esperienza mondiale torno a casa con un buon bagaglio di esperienza”. Pietro Arese può essere soddisfatto, eccome. Anche in finale, il 22enne piemontese rimane focalizzato sui propri obiettivi, presente a se stesso, senza strafare nella prima parte di gara. Quando il gruppo si spezza in due, poco dopo i mille metri, l’azzurro si fa avanti e progressivamente si porta al comando del secondo drappello. Con un ultimo giro da 27.52 agguanta l’ottava piazza (3:37.60) a meno di tre decimi dal crono di ieri (3:37.31). La sfida tra Tefera e Ingebrigtsen si risolve con la vittoria dell’etiope ex primatista del mondo, che “vendica” il record sfilatogli proprio dal fenomenale norvegese, oggi meno cannibale del solito. Bronzo ad Abel Kipsang in 3:33.36.

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