Yamaha e Valentino Rossi, dall’ultimatum al Mondiale perso nel 2015. Jarvis sincero: “se non avesse chiamato Marquez dopo Phillip Island, avrebbe vinto”

Lin Jarvis a 360 gradi sulla carriera di Valentino Rossi in Yamaha: le parole del managing director quando mancano tre gare al ritiro del Dottore

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Quella attualmente in corso è l’ultima stagione in MotoGP di Valentino Rossi. Il Dottore ha annunciato il suo ritiro dal mondo a due ruote da tempo ormai e adesso pensa esclusivamente a godersi gli ultimi 3 GP rimasti, di cui uno davanti al suo pubblico, a Misano.

Molti tifosi non hanno ancora realizzato che dal prossimo anno Valentino Rossi non sarà più in pista, ma lo faranno sicuramente nell’ultimo weekend di gara di questa stagione.

Intanto, c’è chi ripercorre un po’ alcuni momenti importanti della carriera del Dottore: Lin Jarvis, a ‘The Oxley Interview’, ha raccontato alcuni episodi davvero significativi. Tra questi anche il giorno in cui Valentino Rossi ha deciso di correre con la Yamaha, nel 2003, in Clinica Mobile: “quello è stato il momento in cui Valentino ha confermato che si sarebbe unito a noi. “Dici sul serio? Veramente?’ Aspetta, se possiamo sistemare questo e quello nel contratto, vieni in Yamaha? E lui ha detto ‘Sì, è quello che ho appena detto!’ È stato un momento memorabile“.

Molte persone dicevano che con Valentino era un rischio e lo è stato. Quando abbiamo vinto la prima gara ci siamo resi conto che tutto era possibile. L’altro momento magico è avvenuto a Phillip Island, dove ha vinto il titolo mondiale 2004″, ha aggiunto il managing director Yamaha.

Una storia fatta di alti e bassi e di momenti anche difficili da gestire, come quando ai box Yamaha Rossi e Jorge Lorenzo non andavano proprio d’amore e d’accordo: “nel 2010 ha detto ‘O io o Lorenzo, cosa per noi inaccettabile. Il nostro rapporto ha iniziato ad deteriorarsi e c’era molta amarezza“. Nonostante ciò, però, Jarvis e tutta la Yamaha erano consapevoli dell’importanza di avere in squadra un campione come Rossi e così, dopo i due anni in Ducati, il managing director del team di Iwata deciso di fare un passo verso il Dottore: “sono andato nella sua casa di Tavullia e ho discusso con lui. È tornato con un atteggiamento diverso, più modesto e riconoscente“.

Non è mancato poi un commento al Mondiale 2015: “continuo a pensare che se Valentino non avesse chiamato Marquez dopo la gara di Phillip Island, probabilmente avrebbe vinto il campionatoLa MotoGP ha iniziato ad essere come il calcio, con i tifosi partigiani che insultavano i piloti. Questo ha cambiato per sempre la MotoGP, lo sport che amiamo si è avvelenato”.

 

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