La morte di Dupasquier non ha fermato il Motomondiale, andato avanti per la propria strada nella domenica del Mugello che, da sogno, si è trasformata in un incubo nel giro di pochi attimi.
Poco dopo le 11 la terribile notizia della scomparsa del pilota svizzero ha gelato il paddock, facendolo cadere in una situazione di sconforto da cui nessuno è riuscito più a tirarsi fuori. Lo show però è proseguito e alcuno non l’hanno presa bene, in primis Pecco Bagnaia: “ho detto a Davide Tardozzi che non volevo correre, ma è il nostro lavoro e bisogna farlo. Però è stato sbagliato e irrispettoso. Non lo accetto. Fosse successo a un pilota della MotoGP sono sicuro che non saremmo partiti. In ogni caso sarebbe stato meglio parlare con noi piloti, anche se forse ero l’unico a non voler correre“.
Le lacrime
Una decisione che Bagnaia non ha approvato per niente, nonostante fosse solo uno dei pochi piloti a non voler scendere in pista per correre: “ci sono sempre due linee di pensiero in questi casi. La mia era che per rispetto non si sarebbe dovuto correre. Per altri invece lui l’avrebbe voluto. Secondo me correre oggi aveva poco senso, perché siamo umani e ognuno è fatto a proprio modo. C’è chi le sente meno queste situazioni e poi c’è chi come me, che magari sono anche troppo sensibile, fa più fatica. Forse era meglio non fare la gara, forse no. C’è chi di lavoro deve prendere queste decisioni ed ha pensato che fosse meglio correre, anche se io sono partito che non ero sereno e non ero concentrato. Non è stato bello secondo me. Leggendo i commenti di altri piloti mi sembra che la situazione sia stata presa con un po’ troppa leggerezza e non è bello. E trovo che sia poco rispettoso parlarne anche in questo momento”.