Pesava 120 kg e friggeva patatine da McDonald’s: il riscatto di Okolie, dai bulli al titolo WBO grazie a Joshua

Chi è Ikechukwu Lawrence Okolie? Il nuovo campione WBO dei massimi leggeri con Anthony Joshua come idolo: dal body shaming fino alla cintura iridata

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Dalla friggitrice del McDonald’s al titolo iridato Wbo dei massimi leggeri, conquistato sabato sera alla Wembley Arena. Ikechukwu Lawrence Okolie ne ha passate tante, ma è riuscito a costruirsi da solo il suo futuro, nonostante la sua adolescenza sia stata rovinata da bulli e insulti di ogni genere.

Foto di Andrew Couldridge / Ansa

Il body shaming e il razzismo sono state le piaghe sociali che ha dovuto affrontare a scuola e per strada, perché i 120 chili associati al suo colore della pelle lo hanno reso il bersaglio preferito dei bulli. Anni di vergogna e di disperazione superati grazie ai pugni di Anthony Joshua, ‘ammirati’ in tv durante un turno di lavoro da McDonald’s e diventati un motivo di ispirazione e di riscatto. Entrambi figli di immigrati nigeriani, Okolie ha rivisto se stesso in AJ e lì è scattata la scintilla: “quel giorno, ispirato da AJ, decisi che sarei diventato un pugile di successo“.

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Adolescenza complicata

Foto di Andrew Couldridge / Ansa

Obeso e bullizzato da adolescente, la vittoria della cintura Wbo dei massimi leggeri è il riscatto perfetto per Ikechukwu Lawrence Okolie, che alla Wembley Arena non ha riempito di botte solo il polacco Glowacki, ma figuratamente anche quei vigliacchi che gli hanno rovinato l’adolescenza. All’età di 15 anni infatti, la bilancia recitava impietosa 120 chili, un peso di cui Lawrence si vergognava e che lo rendeva facile bersaglio dei bulli: “nelle lezioni di ginnastica a scuola, alla fine rimanevo dieci minuti in più negli spogliatoi per non farmi vedere dai compagni. Avevo vergogna di me“. Il peso ma non solo, visto che Lawrence veniva insultato anche per il colore della pelle e per la sua goffaggine, oltre che per il suo animo buono. Una situazione frustrante, che non faceva bene nemmeno al suo fisico, dal momento che l’ingente peso avrebbe pian piano avuto un effetto negativo sulle sue ginocchia. “Ho cominciato con il basket, e poi con il calcio, ma quando facevano le squadre, mi sceglievano sempre per ultimo” ha raccontato Lawrence.Come opzione estrema, sono andato in palestra a tirare di boxe e siccome finalmente perdevo peso e nessuno mi derideva più temendo che lo prendessi a pugni, ho continuato“.

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La caduta e la risalita

Joshua
Foto di Ahmed Yosri / Ansa

La boxe sembrava la sua strada ma, con la madre che lo spingeva al college, il peso di Ikechukwu Lawrence Okolie torna a salire, spingendolo ad accantonare lo sport e a ritrovarsi nelle cucine di McDonald’s a Victoria Station. Un giorno in tv ecco l’illuminazione: c’è la sfida tra Anthony Joshua e Roberto Cammarelle valida per l’oro alle Olimpiadi di Londra 2012, Lawrence si innamora di AJ e decide di tornare in palestra, riprendendo a boxare e completando il proprio riscatto. Due anni dopo ecco l’incontro con il suo idolo, a cui fa anche da sparring partner. A Rio 2016, Okolie si ferma agli ottavi di finale contro Savon, ultimo incontro prima di passare al professionismo che gli spalanca le porte dell’agenzia di management di Anthony Joshua, che decide di seguire Lawrence come un mentore. Come ogni pugile, anche Okolie si sceglie un soprannome e non può essere altro che ‘The Sauce‘ (Salsa), derivante dai suoi trascorsi da McDonald’s: “la boxe è come un hamburger, gli ingredienti base sono uguali per tutti, la differenza è la salsa che ci metti sopra tu”.

Rolex

Foto di Andrew Couldridge / Ansa

Legnoso ma con un pugno pesante e una straordinaria etica del lavoro, Ikechukwu Lawrence Okolie non è solo un pugile potente ma anche un uomo intelligente, che ama follemente la musica e la cultura. Il disco rap da lui inciso è la sua sigla d’ingresso sul ring, mentre nel tempo libero promuove un libro da lui scritto sulle proprie esperienze di ragazzo ghettizzato. Prima di concentrarsi sui prossimi incontri, il suo prossimo obiettivo adesso è ricevere il Rolex promesso dal promoter Eddie Hearn: “quattro anni fa, quando firmai con lui, mi disse che se fossi diventato campione del mondo mi avrebbe regalato un Rolex. Io sono qui”. Ci è riuscito al suo sedicesimo incontro, così come accaduto per Anthony Joshua, un altro segno del destino che coinvolge Lawrence e AJ.  “Vincere il titolo è stato fantastico, sono passato attraverso critiche e scetticismo. Lo dedico a chi ha sempre pensato che fossi spazzatura“, una storia di riscatto e di rivincite quella di Ikechukwu Lawrence Okolie, riuscito a prendersi il mondo partendo dagli insulti e dalla cucina di McDonald’s.

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