Morte Astori, la compagna Francesca sbotta sui social: “resto stupita da ciò a cui sto assistendo”

La perizia disposta dalla Procura di Firenze sulla morte di Astori è stata commentata anche dalla compagna Francesca Fioretti, che ha interrotto il silenzio social

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La morte di Astori è tornata sotto i riflettori nelle ultime in seguito alla divulgazione dell’esito della perizia disposta dalla procura di Firenze, che ha certificato come il decesso del capitano della Fiorentina non avrebbe potuto essere evitato.

Foto di Maurizio Degl’Innocenti / Ansa

Una questione che ha indignato e non poco Francesca Fioretti, compagna di Davide, che ha interrotto il proprio silenzio sui social per esprimere la propria rabbia riguardo quanto accaduto in queste ore. Un post duro, ma al tempo stesso deciso, che non lascia dubbi sulle intenzioni di Francesca.

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Il post social di Francesca Fioretti

Interrompendo il proprio silenzio sulla morte di Astori, Francesca Fioretti ha ammesso: “in questi anni ho sempre voluto evitare dichiarazioni pubbliche sulla morte di Davide e sul processo in corso. Ho sempre confidato che l’onestà e la pulizia che Davide ha dimostrato fuori e dentro il campo avrebbero portato a risposte altrettanto oneste e pulite. È ancora così, ho ancora fiducia che accada. Leggo in queste ore notizie che non sarebbero dovute essere divulgate. Resto stupita da questo passo così avventato e dal fatto che venga fornita una interpretazione parziale e contraddittoria di una perizia medica che rappresenta a ogni modo solo una di quelle di cui dispone la magistratura. Il processo in corso serve ad arrivare a una verità, che non sarà consolatoria in ogni caso: l’idea che la morte di Davide potesse essere evitata aumenta persino il dolore. Ma se esisteva anche la più piccola possibilità che avesse a disposizione un minuto in più, un’ora in più o la sua vita intera, io credo che quella possibilità dovesse essere esplorata, che lui meritasse di averla e che tutto ciò che l’ha ostacolata debba in caso venire alla luce. Per lui e per evitare che succeda di nuovo. Nutrivo molti dubbi sull’essere presente di persona alla prossima udienza, ora sento di dover essere lì, a dimostrare simbolicamente, con forza e senza rancore, che è solo in quell’aula che la verità potrà essere accertata, accettata e condivisa. Il passato e il futuro ci chiedono di essere coraggiosi”.

 

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