(Adnkronos) – Il fuggitivo “veniva, però, rassicurato da EJjjed il quale sosteneva che difficilmente quell’utenza cellulare sarebbe potuta essere collegata a lui Abidi”. ‘Non è il tuo telefonino? Per esempio il telefono di Nouri, ti do un esempio, il telefono è di Nouri e loro sospettano di lui…omissis..che il telefono di Nouri ce l’ha Aymen, mi stai capendo…”) e che era stata organizzata la sua ‘esfiltrazione” anche con la collaborazione di tale Hasen Hasen, soggetto già emerso nel corso della indagine”.
Per la Procura “le parole di Ejjed non erano, però, sufficienti a tranquillizzare Abidi, impensierito dall’ulteriore timore che Hasen Hasen, evidentemente coinvolto nella sua fuga avesse potuto rivelare a qualcuno della sua presenza in Sicilia”. Abidi: “..ho paura di Hasen se lui …inc.le…omissis… può essere che lui racconti che io sono arrivato da te perché tu mi aiutassi a scappare. Può dire che è arrivato un suo amico per farlo scappare e l’ha portato a Marsala e poi i serpenti (ndr Polizia) sanno e dicono: “ah, allora Nouri sa dove si trova lui”….omissis ..tu pensi che Hasen non parli? Può parlare fiero e dire: “è arrivato da noi uno scappato dal carcere, è amico di Nouri” e così, così….omissis…”.
Terrorismo: le paure del fuggitivo al complice tunisino ‘fratello Nouri, sono in pensiero…’ (2)
