Dovizioso vomita addosso alla Ducati, verità e retroscena di un incubo rosso

Andrea Dovizioso ha raccontato quello che è successo nel corso degli ultimi anni in Ducati, raccontando tutti i retroscena di ciò che ha dovuto subire

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Il rapporto è finito, le strade si sono separate e Andrea Dovizioso finalmente può vomitare fuori tutto quello che finora si è tenuto dentro e non ha potuto dire. La situazione in Ducati era diventata insostenibile, il pilota forlivese lo ha ammesso senza remore, rivelando inoltre come le relazioni con Dall’Igna fossero ormai ridotte a 0.

Mirco Lazzari gp/Getty Images

Un ambiente ostile, come sottolineato da Dovizioso senza peli sulla lingua: “nell’ultima stagione ho corso da separato in casa, non c’è stato un comportamento trasparente, a differenza di Petrucci, a cui prima della stagione è stato detto che non ci sarebbe stato posto. Ma poi Gigi Dall’Igna ha dichiarato che in quel famoso meeting fatto a metà 2019 tra il Sachsenring e l’Austria aveva capito che era finita. È iniziato come meeting tecnico, ma è diventato un confronto tra noi due e, non so come descriverlo, Gigi si è sentito…colpito, attaccato. Per me lui lì ha chiuso le porte, ma le ha chiuse stando zitto. E quel che dice è la conferma. Però nel 2020 sono state fatte dichiarazioni sulla mia motivazione. Ora sappiamo che non era la verità. Non è stato trasparente. Perché la situazione in Ducati nel 2020 era quella del 2019, del 2018“.

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Lorenzo preferito a Marquez

Marc Marquez
Mirco Lazzari gp/Getty Images

Andrea Dovizioso poi è andato ancora più nello specifico, rivelando anche un clamoroso retroscena di mercato: “non mi volevano più, anche se nel 2020 non c’è mai stata una vera proposta. Si diceva che Dovizioso chiedeva questo o Ducati poteva dare questo… tutte balle. Non abbiamo mai negoziato, soprattutto non è mai arrivata un’offerta. E, quindi, non ne abbiamo mai rifiutato una bassa. È la conferma che nella riunione del 2019 per Gigi è finita. Queste decisioni arrivano solo da Gigi. Si parla di Ducati ma è sbagliato, tutte le decisioni prese da quando c’è lui, sono sue. Come Lorenzo al posto di Marquez nel 2017. A inizio 2016 c’era stata la possibilità di prenderlo, ma Gigi aveva già deciso di volere Lorenzo“.

L’offerta KTM

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Il comportamento della Ducati ha giocato un brutto scherzo a Dovizioso, che avrebbe potuto analizzare meglio le offerte sul tavolo: “Domenicali non l’abbiamo mai sentito, anche dopo l’addio non ho sentito nessuno. Mi ha mandato un messaggio a fine stagione, salutando. E io ho salutato lui. Non c’è stata trasparenza e non è stato un comportamento leale. Avrei considerato la possibilità KTM in modo diverso. Si può sempre fare meglio, ma errori, errori…non siamo riusciti a trovare le soluzioni. Non c’era tranquillità, siamo andati avanti d’inerzia. Sostituire Marquez? Non voglio rispondere, voglio vedere cosa mi propongono. Se lo faranno. Io ho la mia idea. Qualcosa accadrà, ma che giorno e cosa, non ne ho idea. Non abbiamo nulla sul tavolo. 

Il rapporto con Dall’Igna

dovizioso
Mirco Lazzari gp/Getty Images

Infine, Dovizioso ha parlato a lungo del suo rapporto con Dall’Igna, sottolineando come nell’ultima stagione i confronti siano stati davvero minimi: “da quando è arrivato Jorge – ma non perché c’era lui -, dal 2017 a forza di discutere e andare in contrasto io e la mia squadra ci siamo un po’ isolati. Non abbiamo più parlato per sviluppare la moto, solo commentato cosa succedeva. Da un lato la vivi meglio, ti incazzi meno. Ma per me in un team ufficiale serve lavorare per fare prestazione e sviluppo. Non ci sono stati più meeting per sviluppare la moto. Eppure in Ducati c’è il potenziale per farlo, competenza e bravura sono altissime. È l’unica cosa che mi fa arrabbiare di questi 8 anni, difficili ma spettacolari, con un approccio diverso avremmo potuto fare di più. Dal 2017 con Gigi non ci siamo più messi con tranquillità a parlare. No. Io davo il feedback, lui lo prendeva e gestiva nel migliore dei modi. Come in F.1. L’impostazione del team è così: più ingegneri e gestione di tante cose. È mancata la visione dall’alto della moto“.

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