Formula 1, le ammissioni scioccanti di Lewis Hamilton: “in passato sono stato bullizzato e picchiato”

Il campione della Mercedes ha rivelato quello che ha trascorso durante la sua adolescenza, ammettendo di essere stato picchiato e bullizzato

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E’ stato fin da subito uno dei personaggi più influenti a prendere una posizione dopo la morte di George Floyd, schierandosi dalla parte del movimento ‘Back Lives Matter‘.

Hamilton
Charles Coates/Getty Images

Lewis Hamilton ha iniziato questa lunga battaglia contro il razzismo e le discriminazioni lanciando i propri messaggi attraverso i propri canali social, provando a sensibilizzare i propri followers su temi così delicati. Un argomento che tocca dal profondo il campione della Mercedes, che ha raccontato su Instagram di aver vissuto in prima persona abusi e percosse: “ho letto tanto ogni giorno per cercare di saper il più possibile su quello che è successo nella nostra lotta contro il razzismo, e questo ha riportato alla memoria tante esperienze dolorose della mia gioventù. Memorie vive delle sfide che ho affrontato quando ero bambino, come credo che molti di voi che abbiano sperimentato il razzismo o qualsiasi tipo di discriminazione abbiamo vissuto. Ho parlato così poco delle mie esperienze perché mi è stato insegnato a tenermi le cose dentro, non mostrare debolezze, uccidere gli altri con l’amore e poi batterli in pista. Ma lontano dai circuiti sono stato bullizzato, picchiato, e il solo modo per rispondere a questo è stato imparare a difendermi, così ho imparato il karate. Ma gli effetti psicologici negativi non possono essere misurati“.

Gareth Cattermole/Getty Images

Hamilton poi ha proseguito: “è anche per questo che guido nel modo in cui lo faccio, è molto più profondo di un semplice sport, io sto ancora lottando. Grazie a Dio avevo mio papà, una figura nera molto forte alla quale potevo guardare, che sapevo capiva e sarebbe stato dalla mia parte incondizionatamente. Non tutti hanno questa fortuna, ma dobbiamo restare uniti con coloro che non hanno quell’eroe al quale affidarsi e che li protegga. Dobbiamo unirci. Mi ero chiesto perché il 2020 sembrasse così sfortunato sin dall’inizio, ma ora sto cominciando a pensare che potrebbe essere l’anno più importante delle nostre vite, dove poter finalmente cominciare a cambiare l’oppressione sistematica e sociale delle minoranze. Vogliamo solo vivere, avere le stesse possibilità a livello di istruzione, e non aver paura di passeggiare per strada, andare a scuola o in un negozio. Ce lo meritiamo come chiunque altro. L’uguaglianza è fondamentale per il nostro futuro. Non possiamo smettere di portare avanti questa battaglia e io per primo non mollerò mai“.

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