Obiettivi importanti in questo strano 2020 per Peter Sagan, il corridore slovacco ha già stilato il suo personalissimo programma che prevede la partecipazione al Tour de France e poi al Giro d’Italia.
L’alfiere della Bora lo ha ammesso nel corso di una conference call, confermando dunque la sua presenza in Italia: “sarò al via del Giro d’Italia perché io mantengo la parola, anche se le date sono cambiate. Avevo già stretto la mano agli organizzatori, non torno certo indietro. E spero che per ottobre la gente possa tornare sulle strade, perché da voi ho tanti tifosi e amo il vostro paese. Sarà un’annata strana, ovviamente. Solo in corsa potremo valutare come ha influito sulla condizione di tutti una sosta così lunga, magari cambierà tutto e vedremo degli stravolgimenti. Affronterò le Strade Bianche come parte conclusiva della mia preparazione, ma se capiterà l’occasione di essere protagonista certo non me la farò sfuggire. Sarò veramente pronto e motivato per la Sanremo“.
Sagan ha poi ammesso la sua partecipazione anche al Tour de France: “sarà un anno verde e rosa, perché disputerò anche il Tour de France con lo stimolo di conquistare per l’ottava volta la maglia verde della classifica a punti. E poi verrà il Giro d’Italia, lo correrò per la prima volta e sarebbe bello onorarlo provando a indossare la maglia rosa. Dal punto di vista dell’ambiente, non vedo molte differenze tra maggio e ottobre, nelle tappe pianeggianti il meteo non sarà comunque un fattore e sulle montagne magari troveremo condizioni migliori rispetto alle date solite“.
Sul Mondiale, Sagan ha chiosato: “se resta in Svizzera, rinuncio. Il percorso è troppo duro e io ho bisogno di recuperare per avere più chance al Giro dopo il Tour. Se invece cambiasse sede potrei pensarci, anche se non puoi avere tutto dalla vita e in certe occasioni devi prendere le decisioni giuste anche se ti sembrano difficili. In questo momento penso solo alla corsa italiana, e poi l’Uci proibisce di ritirarsi da un evento per partecipare a un altro. Vedremo quali condizioni matureranno in quei giorni, ma è troppo presto per fare qualsiasi ipotesi. Certo, bisogna ammettere che il Giro non è stato trattato troppo bene quando ci si è messi a studiare il nuovo calendario“.