Ciclismo, il ct Cassani a muso duro: “multe salate e ritiro della patente per chi non rispetta i ciclisti in strada”

Il commissario tecnico della Nazionale Italiana di ciclismo ha chiesto pene severe per coloro che non rispettano i ciclisti in strada

SportFair

Il tema della sicurezza in strada per i ciclisti è molto chiaro a Davide Cassani, il commissario tecnico della Nazionale Italiana di ciclismo è sempre attento a questo particolare argomento, come dimostra il suo impegno in numerose iniziative.

Cassani
Pier Marco Tacca/Getty Images

Il coach azzurro ha rivelato ai microfoni della Gazzetta dello Sport le esperienze incredibili vissute in strada, dando consigli importanti a chi va in bici e chiedendo pene severe per gli automobilisti indisciplinati: “spesso dopo un incidente c’è una frase che riassume il problema. Chi è alla guida di una macchina dice: ‘scusa, non ti avevo visto’. Come se chi va in bici fosse una mosca. Purtroppo la distrazione è la causa principale dei guai. Bisogna partire da qui, anche con il ritiro della patente. Chi mette giù un ciclista o un pedone perché magari manda un messaggio col telefonino, va punito in modo serio pure se non provoca danni. In Italia manca completamente il senso civico: chi usa la bici è considerato un perditempo. Purtroppo l’unico linguaggio che l’automobilista capisce è quando gli toccano patente e portafogli. Fai cadere una persona? Dieci punti in meno e mega multa“.

Davide CassaniCassani ha sottolineato come questo problema non riguardi solo l’Italia: “alcune Nazioni stanno peggio, senza contare che un ciclista professionista deve andare in strada ad allenarsi, è il suo lavoro. E rischia ogni giorno la vita: qualcuno l’ha persa, come il povero Scarponi. Dire ‘non ti ho visto’ è inaccettabile. E in città servono piste ciclabili protette: chi le invade deve essere punito in modo severo“.

Non sono mancate infine le raccomandazioni ai ciclisti meno disciplinati: “chi va in bici è l’elemento debole e quindi dovrebbe stare super attento. Comportamenti da evitare? Andare in gruppo occupando tutta la corsia come se fosse il Giro d’Italia oppure mettersi attaccati a camion e auto per sfruttare la scia. Ancora: non rispettare sensi unici e semafori. Scelte irresponsabili. Siccome pretendiamo rispetto, cerchiamo di dare il buon esempio. Fermo restando che il problema sicurezza nelle strade al 95% non è causato da chi va in bici“.

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