Una carriera lunga e scintillante, macchiata da alcune scelte discutibili che hanno rischiato di rovinarla.
Wesley Sneijder ha raccontato la propria vita nel corso di un’autobiografia che uscirà nelle prossime settimane, rivelando alcuni retroscena mai usciti finora: “ero giovane e ho apprezzato il successo e l’attenzione. Ma qualcosa deve essere andato storto lì. Niente droghe, ma alcol e rock’n roll. Mi ci sono abituato, come una delle stelle della famiglia reale olandese. Da giocatore del Real vieni adorato, ma non posso dire di aver resistito a lungo. Ho giocato abbastanza bene, ma hanno detto che avrei potuto fare ancora meglio”.
Sneijder poi ha raccontato il momento della separazione con la moglie Yolanthe Cabau: “sono rimasto solo e vedevo il piccolo Jessey davvero poco. Potevo solo stare da solo. A proposito, perché restare soli quando hai abbastanza amici con cui passare il tempo libero? Non mi sono reso conto che la bottiglia di vodka era diventata la mia migliore amica. Fisicamente, non me ne accorgevo nemmeno. Il giorno dopo mi svegliavo come se nulla fosse accaduto. Ho continuato a giocare, ma meno bene e nettamente meno concentrato. Il mio atteggiamento non era degno del Real Madrid. Ho mentito a me stesso che stava andando bene e mi sono aggrappato alla mia intelligenza calcistica. Sono affondato fisicamente. Camminavo di meno, lo nascondevo molto con la mia tecnica. Pensavo anche che nessuno se ne accorgesse”.